ARTICOLI SULLA RELIGIONE CRISTIANA

mercoledì 11 marzo 2009

:: "Un centurione diverso dagli altri"


:: "Un centurione diverso dagli altri"


Luca 7:1-10
1 Quando ebbe terminato di rivolgere tutte queste parole al popolo che stava in ascolto, entrò in Cafarnao. 2 Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l'aveva molto caro. 3 Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. 4 Costoro giunti da Gesù lo pregavano con insistenza: «Egli merita che tu gli faccia questa grazia, dicevano, 5 perché ama il nostro popolo, ed è stato lui a costruirci la sinagoga». 6 Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore, non stare a disturbarti, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto; 7 per questo non mi sono neanche ritenuto degno di venire da te, ma comanda con una parola e il mio servo sarà guarito. 8 Anch'io infatti sono uomo sottoposto a un'autorità, e ho sotto di me dei soldati; e dico all'uno: Va' ed egli va, e a un altro: Vieni, ed egli viene, e al mio servo: Fa' questo, ed egli lo fa». 9 All'udire questo Gesù restò ammirato e rivolgendosi alla folla che lo seguiva disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». 10 E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito.


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Sicuramente nel leggere questo brano, si può notare che il centurione di cui si parla era diverso da quelli comuni. La sua diversità consisteva in tre particolari: la sua gentilezza, la sua umiltà e la sua fede.

Prima di tutto bisogna dire che la maggior parte dei soldati romani erano conosciuti come persone senza cuore, piuttosto crudeli.
Io li ho sempre immaginati: gettando delle persone ai leoni, bruciando case dopo aver conquistato una città o brutalmente torturando qualche prigioniero. È nota a tutti la scena dei soldati che beffeggiano il Signore e che in seguito piantano dei chiodi nelle mani di Gesù. Se il normale soldato era così, quanto più duro doveva essere un centurione, una persona che doveva dare ordini e comandare tali persone.

Dal nostro testo comunque è chiaro che il carattere di questo centurione è tutt’altro che crudele. Egli aveva una certa preoccupazione per il suo servo, desiderava aiutarlo a guarire.
Gli anziani giudei testimoniavano del suo amore per Israele e la sua generosità nel costruire la loro sinagoga. Possiamo confermare la sua gentilezza e la sua bontà. Egli attraverso queste caratteristiche, riuscì a conquistare la stima, la fiducia e il rispetto di tutta la cittadina di Capernaum.
Mi chiedo se non sono queste caratteristiche che a volte mancano nella nostra società d’oggi. Possa la grazia di Dio renderci diversi dagli altri, uomini di bontà e di gentilezza. Questi aspetti sono parte integranti del frutto dello Spirito Santo; "Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo". Gal. 5:22

Sicuramente i luoghi dove noi abitiamo hanno la Scrittura ci incoraggia a questo stile di vita Romani 12:17-18 "Non rendete a nessuno male per male. Impegnatevi a fare il bene davanti a tutti gli uomini. Se è possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti gli uomini".
1° Tess. 5:15 "Guardate che nessuno renda ad alcuno male per male; anzi cercate sempre il bene gli uni degli altri e quello di tutti".

Notiamo anche l’umiltà manifestata dal centurione, si sente indegno di presentarsi a Gesù e quindi s’appoggia sulla raccomandazione di alcuni che egli stima più importanti di lui.
In seguito è consapevole che come uno straniero non merita la presenza del messia, promessa agli ebrei, di entrare nella sua casa. Eppure quest’uomo non era privo di qualche vanto, occupava un certo rango sociale e militare importante.
Quanto era diverso dai comuni generali romani i quali sognavano la gloria, essere acclamati dalle folle, celebrati come vincitori e eroi di battaglia. Questo centurione non usa le sue credenziali per acquistare la simpatia di Gesù, egli s’affida unicamente alla compassione e alla misericordia del Signore.
L’umiltà oggi viene considerata, a volte, come una debolezza di carattere. Il presuntuoso, l’arrogante, che si mostra autosufficiente è quello che avrà successo. Dovunque guardiamo sembra vedere superbia e arroganza, uomini amanti di titoli, che si fanno forti perché portano una divisa. Gente a cui non si può avvicinare perché ti fanno sentire inferiore o perché non di calcolano affatto.
L’umiltà è una virtù estranea al mondo mentre è fondamentale per entrare nel regno di Dio. Salmo 22:26 "Gli umili mangeranno e saranno saziati; quelli che cercano il SIGNORE lo loderanno; il loro cuore vivrà in eterno". Matteo 5:5 "Beati i mansueti, perché erediteranno la terra".
Chi s’accosta al Signore con umiltà non deve temere di essere respinto da Lui. Il centurione, per ignoranza, credeva che senza una raccomandazione, Gesù non l’avrebbe ascoltato, invece ciò non era necessario.
Nessuno pensi di non essere ascoltato dal Signore, ogni cuore pentito ed ogni vita arresa può accostarsi al trono di Dio per mezzo del sangue di Gesù e avere un’udienza personale con Dio Padre.
Infine parliamo della fede del centurione.
Alcuni pensano che la fede sia riservata solo per alcuni e che per riceverla chi sa cosa deve accadere, quale rivelazione bisogna ottenere. Invece notiamo he la fede del centurione nasce dal semplice fatto d’aver udito parlare di Gesù.
Perché, è importante questo? Io credo che lo sia in quanto non esiste menzogna più pericolosa nel dire che la fede non è alla portata di tutti.
Spesso ho sentito persone dire beato te che hai fede, come per dire per me non è possibile credere. Dio ha scelto un mezzo semplice e comune, l’ascolto della Sua parola. È nel sentire parlare di Lui che il cuore si riempie di fede. Mentre tu ascolti oggi, Dio sta mettendo fede in te, ricevi questo suo meraviglioso dono che è alla portata di tutti.

La fede del centurione era basata su un semplice ragionamento: riconosco che Gesù ha autorità, che è potente, quindi se i miei ordini da semplice uomo vengono eseguito da chi è sotto di me, quanto più la malattia del mio servo sarà guarita se il Figlio di Dio dà l’ordine.
A volte, si rischia di diventare molto filosofici a riguardo la fede, invece bisogna fare una semplice constatazione: Dio può tutto, m’invita di chiedere nel nome di Gesù e così farò. La mia parte l’ho fatta, il resto lo farà il Signore. Totale era la fiducia nella parola di Gesù.
I farisei prima di credere desideravano vedere segni clamorosi, invece, quest’uomo capì che bisogna avere semplice fede e fiducia in quello che gli altri dichiarano di Gesù, egli lo è realmente.
Nel nostro innario, numero 500 si legge "Tutto quello che chiede è semplice fede ed un cuore che si sa affidare". Vogliamo alla fine di questo messaggio dire, Signore aiutami ad avere più fiducia in te. Fammi grazia di restare umile nel tuo cospetto, rendimi come il centurione, diverso dagli altri uomini per poter benedire chi mi è accanto e che è vicino a me. Guerino Perugini




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