ARTICOLI SULLA RELIGIONE CRISTIANA

venerdì 18 gennaio 2008

LA CHIESA CATTOLICA SLOVENA POSSIEDE UNA TV PORNO

http://www.wikio.it/article=42079300
Messaggio #746
Messaggio N°746
Tags: cattolica, chiesa, ipocrisia, porno, slovenia, T2, tv
12-01-2008 - 14:13

La tv porno della chiesa


La chiesa cattolica ha una Tv porno!
E cosi' si scopre che questi maestri della suprema ipocrisia, mentre
apparentemente appaiono come fustigatori della pubblica morale, sempre
attenti a tutto cio' che succede nei nostri letti, quando si tratta di
denaro, chiudono volentieri entrambi gli occhi e spalancano il
portafoglio.

Infatti la chiesa cattolica slovena e' proprietaria dal 2005, con
quote di maggioranza assoluta, di T2 che trasmette fra i suoi canali
anche molti contenuti porno.

E' proprio vero che tutte le vie portano al Signore, anche le piu'
improbabili, ma solo se sono lastricate di denaro.


Ps: Nella foto, una tipica utente di T2.





Inviato da: ventodamare Commenti: 25
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http://liberoblog.libero.it/cultura_spettacolo/bl7714.phtml

16 gennaio 2008 - 09:00
Tv porno, ti assolvo


La Chiesa slovena proprietaria di una tv via cavo, T-2, che sbaraglia la concorrenza grazie ai contenuti porno



Mentre papa Benedetto XVI rilancia la messa in latino pre-conciliare, con il sacerdote rivolto verso il tabernacolo durante tutta la celebrazione, la Chiesa cattolica continua a essere travolta dagli scandali. L'ultimo in ordine di tempo è quello, alquanto grottesco, che vede protagonista la Chiesa slovena, proprietaria dell'emittente T-2.

La tv via cavo, internet e telefonia sta sbaragliando da un paio d'anni la concorrenza non solo grazie ai prezzi concorrenziali ma anche (e soprattutto) grazie a un'offerta, sul piano dei contenuti, particolarmente disinvolta. In sostanza, pornografia a go-go. Il che non susciterebbe poi quel gran scandalo non fosse che la triple play T-2 è di proprietà della Conferenza episcopale di Maribor.

L'holding Zvon Ena, proprietaria e fondatrice della tv, è stata infatti acquistata per il 52%, con azioni pari a un valore di 50 milioni di euro, dalla società Gospodarstvo Rast, fondata dalla Conferenza episcopale di Maribor e gestita da Mirko Krašovec, uomo d'affari al servizio del vertice ecclesiastico. Ora che è scoppiato lo scandalo la Chiesa slovena si finge incredula e sorpresa (da un paio d'anni T-2 registrava ottimi introiti): gli alti prelatigiurano di non essersi mai accorti di nulla e a Maribor è arrivato in tutta fretta Franc Rode, il primo cardinale sloveno nella storia, vicino all'Opus Dei, per mettere a tacere la storiaccia.

Peccato che anche Rode non sia senza macchia: tempo fa, fu implicato in una storia di raccomandazioni a favore di una società italiana di costruzioni. Insomma, la soluzione alla gabola è di quelle vecchie come il mondo: uscire ufficialmente dalla proprietà e salvare il business attraverso società terze di prestanome. Il tutto mentre i sei canali pornografici di T-2 continuano a macinare accessi e a conquistare nuova clientela. Con tutto il marcio che viene a galla, con quale credibilità la Chiesa può continuare la sua battaglia contro la libertà sessuale? Dite la vostra. (Libero News)
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http://www.gruppoeuromedia.it/la-chiesa-cattolica-manda-film-porno-in-tv
La chiesa cattolica manda film porno in tv.
Discussioni Tv
Complimentissimiiiiiiiiiiiii!! !!
La feccia cattolica non si fa tanti scrupoli!! Pur di fare soldi, mandano
film porno nella loro tv!!!
Slovenia. Pornografia e chiesa cattolica: lo scandalo T2.
TV via cavo, internet e telefonia. La società T-2 sta sbaragliando la
concorrenza. Anche grazie all'offerta di canali dal contenuto pornografico.

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http://www.nntp.it/cultura-religioni/907131-la-chiesa-cattolica-manda-film-porno-tv.html


La chiesa cattolica manda film porno in tv.
Complimentissimiiiiiiiiiiiii!!!!

La feccia cattolica non si fa tanti scrupoli!! Pur di fare soldi, mandano
film porno nella loro tv!!!


Slovenia. Pornografia e chiesa cattolica: lo scandalo T2.

TV via cavo, internet e telefonia. La società T-2 sta sbaragliando la
concorrenza. Anche grazie all'offerta di canali dal contenuto pornografico.
Niente di strano, se non che proprietaria della T-2 è la chiesa cattolica
slovena.

(Osservatorio Balcani, testo e vignetta di Franco Juri ) Mentre la Slovenia,
in qualità di presidente di turno dell'UE, inaugura alla grande il suo
semestre ospitando a Lubiana la Commissione europea e tanti accademici
europei per parlare di »Dialogo interculturale«, dietro alle quinte della
composita realtà slovena e dei suoi poteri forti, quelli che in questo
momento di più condizionano le scelte a lunga gittata del governo in carica,
si consuma una paradossale storia di ipocrisia e "doppia morale".

Protagonista è questa volta il vertice stesso della Chiesa cattolico-romana
slovena, in particolare la Conferenza episcopale di Maribor.

Lo scandalo si chiama T-2, attualmente forse la più popolare società di
servizi di telecomunicazione (TV via cavo, internet e telefonia) in
Slovenia. La popolarità di T-2, che da più di due anni sta facendo incetta
di utenti anche per i suoi prezzi concorrenziali e sin dal 2005 per
un'offerta innovativa in internet (sistema VDSL) , è dovuta anche alle sue
proposte particolarmente »liberali« dei suoi pacchetti TV.

Tra i programmi cui hanno accesso i clienti di T-2 ce ne sono vari di
contenuto decisamente pornografico. Pornografia? Niente di strano, niente di
particolare; un optional, messo a disposizione dei telespettatori da vari
servizi di telecomunicazione. T-2 è semplicemente quello che in Slovenia
offre più pornografia. E allora?

Non ci sarebbe nulla da obiettare se la triple play T-2 non fosse di
proprietà della Conferenza episcopale di Maribor. Proprio così; con una
quota di azioni di maggioranza assoluta che la Chiesa cattolica detiene
mediante la società finanziaria Zvon Ena, fondatrice e proprietaria di T-2.

L'holding Zvon Ena, che ha importanti quote di capitale in diverse e
importanti imprese slovene ( Sava Kranj, Helios, Lesnina, Hoteli Bernardin,
la Banca di Celje, l'holding Inford, la Krekova druzba, l'industria di zinco
di Celje ecc.) è per il 52%, con azioni acquistate alla fine del 2005 per un
valore di 50 milioni di euro, ma oggi notevolmente lievitate, di proprietà
della società »Gospodarstvo Rast« fondata direttamente dalla Conferenza
episcopale di Maribor e affidata a Mirko Krasovec, un influente uomo
d'affari al servizio del vertice ecclesiastico per promuovere gli interessi
economici e finanziari della potente chiesa slovena.

Prima dell' offerta di Krasovec la Zvon Ena era di proprietà della Krekova
Banka, un'istituzione originariamente legata anch'essa alla chiesa cattolica
di Maribor ( Krasovec ne è stato il principale ispiratore). Più tardi la
Krekova Banka è stata acquistata dall'austriaca Raiffeisen Zentralbank, ma
Mirko Krasovec ha mantenuto il posto di membro del comitato di controllo
nella nuova Raiffeisen Krekova, gestendo con particolare destrezza gli
interessi della Conferenza episcopale che rappresenta.

Dopo due anni di ottimi affari la T-2 e la Zvon Ena sono ora al centro dello
scandalo forse più dolente per i vertici della chiesa slovena. L'opinione
pubblica è venuta pian piano a sapere che il servizio di telecomunicazioni
più popolare e »pornografico« della Slovenia è in mano alla Chiesa
cattolica, quella stessa Chiesa che nel paese rimane il principale baluardo
della morale cristiana e della famiglia; un baluardo che dai suoi pulpiti
lancia strali e anatemi contro decadenza, immoralità e costumi lascivi. Una
chiesa decisamente schierata con il conservatorismo di Papa Ratzinger.

Ostentando sorpresa - dopo che la prorietà di T-2 era ormai un segreto di
Pulcinella - è corso a Maribor persino il cardinale Franc Rode, l'uomo del
Papa, il primo cardinale sloveno nella storia, vicinissimo all'Opus Dei, e
protagonista tempo fa di una storia di raccomandazioni a favore della
società italiana di costruzioni Grassetto in un contenzioso di questa con lo
stato sloveno. Il favore glielo chiese allora il cardinale Tarcisio Bertone,
oggi Segretario di Stato del Vaticano.

Rode è volato a Maribor per raccomandare ai suoi vescovi una soluzione che
tolga la chiesa dal pasticcio, magari salvando capra e cavoli. Evidente l'
imbarazzo dei prelati sloveni che in due anni »non si erano accorti« che il
proprio servizio di telecomunicazioni offriva ai fedeli sei programmi
pornografici. E Rode esige che i vescovi si tirino fuori dall'affare e
ripuliscano l'immagine della chiesa immacolata. La curia prende qualche
giorno di tempo e poi decide di uscire da T-2, ma cercando di salvare per
vie traverse i suoi affari, magari pensando a prestanomi e società by-pass
che riducano la visibilità del legame tra il vertice cattolico e i programmi
pornografici della famosa »triple play«.

lunedì 14 gennaio 2008

PIANO MASSONICO PER DISTRUGGERE LA CHIESA CATTOLICA

IL PIANO MASSONICO PER LA DISTRUZIONE DELLA CHIESA CATTOLICA
Qualcuno mi può confermare se è autentico questo documento?

FONTE: Rivista "TEOLOGICA" n.14 MAR/APR 1998 pag.22-25 Ed.Segno - Udine
Italia

http://lglisselss.wordpress.com/2007...esa-cattolica/

IL PIANO MASSONICO PER LA DISTRUZIONE DELLA CHIESA CATTOLICA
Direttive del gran Maestro della Massoneria ai Vescovi cattolici massoni,
effettive dal 1962. (Aggiornamento del Vaticano II). Tutti i confratelli
massoni dovranno riferire sui progressi di queste decisive disposizioni.
Rielaborate nell'ottobre 1993 come piano progressivo per lo stadio finale.
Tutti i massoni occupati nella Chiesa debbono accoglierle e realizzarle.


1
Rimuovete una volta per tutte San Michele, protettore della Chiesa Cattolica
da tutte le preghiere all'interno e all'esterno della Santa Messa. Rimuovete
le sue statue, affermando che esse distolgono dalla Adorazione di Cristo.

2
Rimuovete gli Esercizi Penitenziali della Quaresima come l'astinenza dalle
carni del venerdì o anche il digiuno; impedite ogni atto di abnegazione. Al
loro posto debbono essere favoriti atti di gioia, di felicità e di amore del
prossimo. Dite: "Cristo ha già meritato per noi il Paradiso" e "ogni sforzo
umano è inutile". Dite a tutti che debbono prendere sul serio la
preoccupazione per la loro salute. Incoraggiate il consumo di carne,
specialmente di maiale.

3
Incaricate i pastori protestanti di riesaminare la Santa Messa e di
dissacrarla. Seminate dubbi sulla Reale Presenza nell'Eucaristia e
confermate che l'Eucaristia - con maggior vicinanza alla fede dei
protestanti - è soltanto pane e vino e intesa come puro simbolo.
Disseminate protestanti nei Seminari e nelle scuole. Incoraggiate
l'ecumenismo
come via verso l'unità. Accusate ognuno che crede alla Presenza Reale come
sovversivo e disobbediente verso la Chiesa.


4
Vietate la Liturgia Latina della Messa, Adorazione e Canti, giacché essi
comunicano un sentimento di mistero e di deferenza. Presentateli come
incantesimi di indovini. Gli uomini smetteranno di ritenere i Sacerdoti come
uomini di intelligenza superiore, da rispettare come portatori dei Misteri
Divini.

5
Incoraggiate le donne a non coprire la testa con il velo in chiesa. I
capelli sono sexy. Pretendete donne come lettrici e sacerdotesse. Presentate
la cosa come idea democratica. Fondate un movimento di liberazione della
donna. Chi entra in chiesa deve indossare vesti trascurate per sentirsi là
come a casa. Ciò indebolirà l'importanza della Santa Messa.

6
Distogliete i fedeli dall'assumere in ginocchio la Comunione. Dite alle
suore che debbono distogliere i bambini prima e dopo la Comunione dal tenere
le mani giunte. Dite loro che Dio li ama così come sono e desidera che si
sentano del tutto a loro agio.
Eliminate in chiesa lo stare in ginocchio e ogni genuflessione. Rimuovete
gli inginocchiatoi. Dite alle persone che durante la Messa debbono attestare
la loro fede in posizione eretta.

7
Eliminate la musica sacra dell'organo. Introducete chitarre, arpe giudaiche,
tamburi, calpestìo e sacre risate nelle chiese. Ciò distoglierà la gente
dalla preghiera personale e dalle conversazioni con Gesù. Negate a Gesù il
tempo di chiamare bambini alla vita religiosa. Eseguite attorno all'Altare
danze liturgiche in vesti eccitanti, teatri e concerti.

8
Togliete il carattere sacro ai canti alla Madre di Dio e a San Giuseppe.
Indicate la loro venerazione come idolatria. Rendete ridicoli coloro che
persistono. Introducete canti protestanti. Ciò darà l'impressione che la
Chiesa Cattolica finalmente ammette che il Protestantesimo è la vera
religione o almeno che esso è uguale alla Chiesa Cattolica.

9
Eliminate tutti gli inni anche quelli a Gesù giacché essi fanno pensare la
gente alla felicità e serenità che deriva dalla vita di mortificazione e di
penitenza per Dio già dall'infanzia. Introducete canti nuovi soltanto per
convincere la gente che i riti precedenti in qualche modo erano falsi.
Assicuratevi che in ogni Messa ci sia almeno un canto in cui Gesù non venga
menzionato e che invece parli soltanto di amore per gli uomini. La gioventù
sarà entusiasta a sentire parlare di amore per il prossimo. Predicate
l'amore,
la tolleranza e l'unità. Non menzionate Gesù, vietate ogni annuncio
dell'Eucarestia.

10
Rimuovete tutte le reliquie dei Santi dagli Altari e in seguito anche gli
Altari stessi. Sostituiteli con tavole pagane prive di Consacrazione che
possono venir usate per offrire sacrifici umani nel corso di messe
sataniche.
Eliminate la legge Ecclesiastica che vuole la celebrazione della Santa Messa
soltanto su Altari contenenti Reliquie.

11
Interrompete la pratica di celebrare la Santa Messa alla presenza del
Santissimo Sacramento nel Tabernacolo. Non ammettete al*cun Tabernacolo
sugli Altari che vengono usati per la celebrazione della Santa Messa. La
tavola deve avere l'aspetto di una tavola da cucina. Dev'essere
trasportabile per esprimere che essa non è affatto sacra ma deve servire a
un duplice scopo come, per esempio, da tavola per conferenze o per giocarvi
a carte. Più tardi collocate almeno una sedia a tale tavola.
Il Sacerdote deve prendervi posto per indicare che dopo la Comunione egli
riposa come dopo un pasto. Il Sacerdote non deve mai stare in ginocchio
durante la Messa né fare genuflessioni.
Ai pasti, infatti, non ci si inginocchia mai. La sedia del Sacerdote deve
essere collocata al posto del Tabernacolo. Incoraggiate la gente a venerare
e anche ad adorare il Sacerdote invece che l'Eucarestia, ad obbedire a lui
invece che all'Eucarestia. Dite alla gente che il Sacerdote è Cristo, il
loro capo. Collocate il Tabernacolo in un locale diverso, fuori vista.

12
Fate sparire i Santi dal calendario Ecclesiastico, sempre alcuni in tempi
determinati. Vietate ai Sacerdoti di predicare dei Santi, tranne di quelli
che siano menzionati dal VAngelo. Dite al popolo che eventuali protestanti,
magari presenti in chiesa, potrebbero scandalizzarsene. Evitate tutto ciò
che disturba i protestanti.

13
Nella lettura del Vangelo omettete la parola "santo", per esempio, invece di
"Vangelo secondo San Giovanni", dite semplicemente: "Vangelo secondo
Giovanni". Ciò farà pensare la gente di non doverli più venerare.
Scrivete continuamente nuove bibbie finché esse saranno identiche a quelle
protestanti. Omettete l'aggettivo "Santo" nell'espressione "Spirito Santo".
Ciò aprirà la strada. Evidenziate la natura femminile di Dio come di una
madre piena di tenerezza. Eliminate l'uso del termine "Padre".

14
Fate sparire tutti i libri personali di pietà e distruggeteli. Di
conseguenza verranno a cessare anche le Litanie del Sacro Cuore di Gesù,
della Madre di Dio, di San Giuseppe come la preparazione alla Santa
Comunione. Superfluo diverrà pure il ringraziamento dopo la Comunione.

15
Fate sparire anche tutte le statue e le immagini degli Angeli. Perché mai
dovrebbero stare fra i piedi le statue dei nostri nemici? Definiteli miti o
storielle perla buona notte. Non permettere il discorso sugli Angeli giacché
urterebbe i nostri amici protestanti.

16
Abrogate l'esorcismo minore per espellere i demóni; impegnatevi in questo,
annunciate che i diavoli non esistono. Spiegate che è il metodo adottato
dalla Bibbia per designare il male e che senza un malvagio non possono
esistere storie interessanti.
Di conse*guenza la gente non crederà all'esistenza dell'inferno né temerà di
poterci mai cadere. Ripetete che l'in*ferno altro non è che la lontananza da
Dio e che c'è mai di terribile in ciò se si tratta in fondo della medesima
vita come qui sulla terra.

17
Insegnate che Gesù era soltanto uomo che aveva fratelli e sorelle e che
aveva odiato i de*tentori del potere. Spiegate che egli amava la compagnia
delle prostitute, specialmente di Maria Maddalena; che non sapeva che farsi
di chiese e sinagoghe. Dite che aveva consigliato di non obbedire ai capi
del Clero, spiegate che egli era un grande maestro che però deviò dal*la
retta via quando negò obbedienza ai capi della chiesa. Scoraggiate il
discorso sulla Croce come vittoria, al contrario presentatela come
fal*limento.

18
Ricordate che potete indurre suore verso il tradimento della loro vocazione
se vi rivolgerete alla loro vanità, fascino e bellezza. Fate loro mutare
l'Abito
Ecclesiastico e ciò le porterà naturalmente a buttar via i loro Rosari.
Rivelate al mondo che nei loro conventi vi sono dissensi. Ciò disseccherà le
loro vocazioni. Dite alle suore che non saranno accettate se non avranno
rinunciato all'abito. Favorite il discredito dell'Abito Ecclesiastico anche
fra la gente.

19
Bruciate tutti i Catechismi. Dite agli insegnanti di religione di insegnare
ad amare le creature di Dio invece di Dio stesso. L'amare apertamente è
testimonianza di maturità. Fate che il termine "sesso" diventi parola di uso
quotidiano nelle vostre classi di religione. Fate del sesso una nuova
religione. Introducete immagini di sesso nelle lezioni religiose per
insegnare ai bambini la realtà. Assicuratevi che le immagini siano chiare.
Incoraggiate le scuole a divenire pensatori progressisti nel campo
dell'educazione
sessuale. Introducete l'educazione sessuale tramite l'autorità Vescovile
così i genitori non avranno nulla in contrario.

20
Soffocate le scuole cattoliche, impedendo le vocazioni di suore. Rivelate
alle suore che sono lavoratrici sociali sottopagate e che la Chiesa è in
procinto di eliminarle. Insistete che l'insegnante laico cattolico riceva
l'identico
stipendio di quello delle scuole governative. Impiegate insegnanti non
cattolici. I Sacerdoti debbono ricevere l'identico stipendio come i
corrispondenti impiegati secolari. Tutti i Sacerdoti debbono deporre la loro
Veste Clericale e le loro Croci così da poter essere accettati da tutti.
Rendete ridicoli coloro che non si adeguano.

21
Annientate il Papa, distruggendo le sue Università. Staccate le Università
dal Papa, dicendo che in tal modo il governo le potrebbe sussidiare.
Sostituite i nomi degli Istituti Religiosi con nomi profani, per favorire
l'ecumenismo.
Per esempio, invece di "Scuola Immacolata Concezione" dite "Scuola Superiore
Nuova". Istituite reparti di ecumenismo in tutte le Diocesi e preoccupatevi
del loro controllo da parte protestante.
Vietate le Preghiere per il Papa e verso Maria perché esse scoraggiano
l'ecumenismo.
Annunciate che i Vescovi locali sono le autorità competenti. Sostenete che
il Papa è soltanto una figura rappresentativa.
Spiegate alla gente che l'Insegnamento Papale serve soltanto alla
conversazione ma che è altrimenti privo di importanza.

22
Combattete l'Autorità Papale, ponendo un limite di età al suo esercizio.
Riducetela a poco a poco, spiegate che lo volete preservare dall'eccesso di
lavoro.

23
Siate audaci. Indebolite il Papa introducendo sinodi Vescovili. Il Papa
diverrà allora soltanto una figura di rappresentanza come in Inghilterra
dove la Camera Alta e quella Bassa regnano e da essi la regina riceve gli
ordini. In seguito indebolite l'autorità del Vescovo, dando vita a una
istituzione concorrente a livello di Presbiteri. Dite che i Sacerdoti
ricevono in tale modo l'attenzione che meritano.
Infine indebolite l'autorità del Sacerdote con la costituzione di gruppi di
laici che dominino i Sacerdoti. In questo modo si originerà un tale odio che
abbandoneranno la Chiesa addirittura Cardinali e la Chiesa allora sarà
democratica. la Chiesa Nuova.

24
Riducete le vocazioni al Sacerdozio, facendo perdere ai laici il timore
reverenziale per esso. Lo scandalo pubblico di un Sacerdote annienterà
migliaia di vocazioni. Lodate Sacerdoti che per amore di una donna abbiano
saputo lasciare tutto, definiteli eroici.
Onorate i Sacerdoti ridotti allo stato laicale come autentici martiri,
oppressi a tal punto da non poter sopportare oltre. Condannate anche come
uno scandalo che i nostri confratelli massoni nel Sacerdozio debbano venir
resi noti e i loro nomi pubblicati. Siate tolleranti con l'omosessualità del
Clero. Dite alla gente che i Preti soffrono di solitudine.

25
Cominciate a chiudere le chiese a causa della scarsità di Clero. Definite
come buona ed economica tale pratica. Spiegate che Dio ascolta ovunque le
preghiere. In tale maniera le chiese diventano stravaganti sprechi di
denaro. Chiudete anzitutto le chiese in cui si pratica pietà tradizionale.

26
Utilizzate commissioni di laici e Sacerdoti deboli nella fede che condannino
e riprovino senza difficoltà ogni apparizione di Maria e ogni apparente
miracolo, specialmente dell'Arcangelo San Michele. Assicuratevi che nulla di
ciò, in nessuna misura riceverà l'approvazione secondo il Vaticano II.
Denominate disobbedienza nei confronti dell'autorità se qualcuno obbedisce
alle Rivelazioni o addirittura se qualcuno riflette su di esse. Indicate i
Veggenti come disobbedienti nei confronti dell'Autorità Ecclesiastica.
Fate cadere il loro buon nome in disistima, allora nessuno penserà di tenere
in qualche conto il loro Messaggio.

27
Eleggete un Antipapa. Affermate che egli riporterà i protestanti nella
Chiesa e forse addirittura gli Ebrei. Un Antipapa potrà essere eletto se
venisse dato il diritto di voto ai Vescovi. Allora verranno eletti tanti
Antipapi così che verrà insediato un Antipapa come com*promesso. Affermate
che il vero Papa è morto.

28
Togliete la Confessione prima della Santa Comunione per gli scolari del
secondo e terzo anno così che non importi loro nulla di essa quando
frequenteranno la quarta o la quinta classe e poi le classi superiori. La
Confessione allora scomparirà. Introducete (in silenzio) la confessione
comunitaria con l'assoluzione in gruppo. Spiegate alla gente che la cosa
succede per la scarsità del Clero.

29
Fate distribuire la Comunione da donne e laici. Dite che questo è il tempo
dei laici. Cominciate con il deporre la Comunione in mano, come i
protestanti, invece che sulla lingua. Spiegate che il Cristo lo fece nel
medesimo modo. Raccogliete alcune ostie per "messe nere" nei nostri templi.
Indi distribuite invece della Comunione personale una coppa di ostie non
consacrate che si possono portare con sé a casa. Spiegate che in questo modo
si possono prendere i doni divini nella vita di ogni giorno. Collocate
distributori automatici di ostie per le comunioni e denominateli
Tabernacoli.
Dite che devono essere scambiati segni di pace. Incoraggiate la gente a
spostarsi in chiesa per interrompere la devozione e la preghiera. Non fate
Segni di Croce; al posto di esso invece un segno di pace. Spiegate che anche
Cristo si è spostato per salutare i Discepoli. Non consentite alcuna
concentrazione in tali momenti. I Sacerdoti debbono volgere la schiena
all'Eucarestia
e onorare il popolo.

30
Dopo che l'Antipapa sarà stato eletto, sciogliete i sinodi dei Vescovi come
le associazioni dei Sacerdoti e i consigli parrocchiali.
Vietate a tutti i religiosi di porre in discussione, senza permesso, queste
nuove disposizioni. Spiegate che Dio ama l'umiltà e odia coloro che aspirano
alla gloria. Accusate di disobbedienza nei confronti dell'Autorità
Ecclesiastica tutti coloro che pongono interrogativi.
Scoraggiate l'Obbedienza verso Dio. Dite alla gente che deve obbedire a
questi superiori Ecclesiastici.

31
Conferite al Papa (= Antipapa) il massimo potere di scegliere i propri
successori. Ordinate sotto pena di scomunica a tutti coloro che amano Dio di
portare il segno della bestia. Non nominatelo però "segno della bestia". Il
Segno della Croce non deve essere né fatto né usato sulle persone o tramite
esse (non si deve più benedire). Fare il Segno di Croce verrà designato come
idolatria e disobbedienza.

32
Dichiarate falsi i Dogmi precedenti, tranne quello dell'Infallibilità
Pontificia. Proclamate Gesù Cristo un rivoluzionario fallito. Annunciate che
il vero Cristo presto verrà. Soltanto l'Antipapa eletto deve essere
obbedito. Dite alle genti che debbono inchinarsi quando verrà pronunciato il
suo nome.

33
Ordinate a tutti i sudditi del Papa di combattere in sante crociate per
estendere l'unica religione mondiale. Satana sa dove si trova tutto l'oro
perduto.
Conquistate senza pietà il mondo!
Tutto ciò apporterà all'umanità quanto essa ha sempre bramato: "l'epoca
d'oro
della pace".

domenica 13 gennaio 2008

PEDOFILIA E VATICANO

PEDOFILIA E VATICANO. PIU' CHE PREGHIERE MONDIALI E GIUSTIZIA DIVINA, E'
NECESSARIA LA GIUSTIZIA DEI TRIBUNALI PENALI E CIVILI

Firenze, 5 gennaio 2008. Oggi il Vaticano ha annunciato una preghiera su
scala mondiale per "le vittime delle gravi situazioni di condotta morale e
sessuale di una piccolissima parte del clero", ovvero per le vittime di
abusi perpetrati da sacerdoti pedofili.
Il Cardinale Claudio Hummes, illustrando la proposta, ha detto: "Ovviamente
si deve sempre ricordare che solo una minima parte del clero e' coinvolta in
situazioni gravi, neppure l'uno per cento ha a che fare con problemi di
condotta morale e sessuale."


In queste parole e' evidente che la Chiesa non ha alcuna intenzione di
cambiare strada: "una preghiera" per porre rimedio a 40 anni di abusi
sessuali con migliaia e migliaia di vittime e' cosa abbastanza ridicola.
L'unico modo per avere giustizia e', appunto, portare i colpevoli dinnanzi
alla giustizia terrena, quella dei tribunali penali.
Altro che preghiera.
Soprattutto, le parole di Hummes denotano la totale assenza di riflessione
sulle gravissime colpe delle gerarchie ecclesiastiche. La cosa che ha fatto
scandalo non e' tanto l'impressionante numero di preti pedofili (oltre 4mila
solo negli Stati Uniti), ma il fatto che le gerarchie li hanno protetti,
nascosti, trasferiti (talvolta anche all'estero), scoraggiando le vittime
dal denunciare il tutto alla giustizia civile.
E' per questo motivo che la Chiesa Cattolica -e non i singoli preti
pedofili- e' stata condannata gia' diverse volte negli Usa a risarcimenti di
centinaia e centinaia di milioni di dollari alle proprie vittime.
Ridurre la questione ad "una minima parte del clero" e' quindi offensivo, e
dimostra che questo annuncio e' mera operazione mediatica per pulirsi la
coscienza.
Vergogna.


Pietro Yates Moretti, consigliere Aduc

IN DIFESA DI PADRE PIO

Circolare n° 80

Padre Pio
una prova della verità cattolica

Secondo Sentiero



Il recente libro di Sergio Luzzatto, Padre Pio. Miracoli e politica nell’Italia del Novecento, getta fango sulla stupenda figura di san Pio da Pietrelcina. Si tratta di una sortita che -a nostro parere- trova ascolto e terreno fertile all’interno di un clima di generale attacco al Cattolicesimo, in quanto vera religione che unicamente possiede miracoli apologetici (cioè miracoli a dimostrazione della veridicità della religione). La vita di Padre Pio, così ricca di elementi straordinari (non solo le stimmate, ma anche visioni, bilocazioni, guarigioni, conversioni inimmaginabili, frequentissime scrutazioni dei cuori) è stata tutta una dimostrazione della veridicità del Cattolicesimo.

Luzzatto pretende servirsi di una testimonianza in cui si parla del fatto che Padre Pio chiese ad una sua figlia spirituale di acquistare dell’acido fenico. Dunque -si conclude- il Frate utilizzava questa sostanza per procurarsi le stigmate.

Vediamo di precisare degli elementi importanti. Schematizziamo per rendere più semplice la comprensione.

1. L’acido fenico non può produrre fori nelle mani. Tutt’al più può produrre bruciature ed arrossamenti. Le stigmate di Padre Pio erano invece dei propri fori!

2. Il dottor Bignami decise di bendare le mani del Cappuccino e di apporre sulle bende dei sigilli di ceralacca in maniera tale che nessuno avesse potuto manometterle. Dopo dei giorni, quando le bende furono tolte, le stigmate erano lì, senza nessun segno di cicatrizzazione.

3. Ma allora perché Padre Pio chiese l’acido fenico? La risposta è più semplice del previsto. Perché l’acido fenico veniva utilizzato per disinfettare le siringhe utilizzate per le iniezioni.

4.C’è un altro elemento da considerare e che è chiaro nel libro di Luzzatto; ovvero il pregiudizio di ritenere la poca serietà dei processi di beatificazione e canonizzazione. Ora, una simile convinzione non convince proprio nessuno. Un non-cattolico, ma anche un anti-cattolico ben documentato, sa bene con quante difficoltà procedono le cause di canonizzazione e come sia accurata, da parte della Chiesa stessa, la ricerca di prove contrarie per capire meglio ed essere sicura nel giudizio.

Allora che dire? Che Quella di Padre Pio è una grandezza straordinaria, una “prova” inequivocabile della veridicità del Cattolicesimo…e questo dà fastidio! L’immagine del sacerdote vittima e alter Christus, in un tempo che sarebbe stato contrassegnato proprio dalla crisi del sacerdozio.

A gloria di questo grande Santo, vogliamo riportare un fatto (ce ne sarebbero tantissimi da raccontare) tratto dal prezioso libro di Antonio Socci, Il segreto di Padre Pio, edito da Rizzoli (libro di cui raccomandiamo la lettura agli amici de I Tre Sentieri). Un fatto che pochi conoscono ma che ci fa capire bene come Padre Pio riuscisse a guadagnare anime al Signore in maniera rapidissima, a prezzo però di numerosissime sofferenze. Lui stesso dirà al convertito. “Mi sei costato il meglio del mio sangue!”

Leggiamo dal libro di Socci: Padre Pio convertiva tanta gente, fra cui molti -atei, massoni, comunisti, anticlericali, libertini, miscredenti- sulla cui conversione nessuno avrebbe scommesso un centesimo. E’ il caso dell’avvocato Alberto Del Fante, bolognese, ex 33 della massoneria. Tutto iniziò con la malattia della moglie: tumore senza speranza. La morte era certa e prossima. Il marito, affranto, le stava vicino in ospedale e l’assisteva. Ma un giorno lei, piangendo, gli chiese di andare a San Giovanni Rotondo per implorare da Padre Pio l’intercessione di un miracolo. Aveva tanto sentito parlare delle innumerevoli grazie che aveva propiziato. La signora sapeva che il marito era massone e accanitamente anticlericale, ma quella era la sua ultima speranza. L’avvocato Del Fante d’istinto ebbe una reazione irritata, beffarda. Ma quando la moglie disperata scoppiò a piangere a dirotto, per compassione verso le sue penose condizioni, decise di accontentarla: “Va bene, ci vado.” Le disse. “E non perché ci credo, ma per giocare un terno al lotto.” Parte dunque da Bologna e in un giorno arriva. Partecipa alla messa del mattino, fa la lunga fila delle confessioni e quando viene il suo turno, restando in piedi, senza inginocchiarsi, dice a padre Pio che voleva parlargli un minuto. “Giovanotto, non mi fate perdere tempo!” gli rispose. “Che siete venuto a fare, a giocare un terno al lotto? Se volete confessarvi inginocchiatevi, se no lasciatemi confessore questa povera gente che aspetta.” L’avvocato fu interiormente abbagliato al sentirsi ripetere alla lettera, da padre Pio, quella stessa frase che aveva detto alla moglie due giorni prima e poi il tono del frate non ammetteva repliche. Quasi senza pensarci s’inginocchiò, ma non aveva neanche pensato ai suoi peccati, non sapeva che dire. Per un attimo si sentì come una pagina bianca, ammutolito e col recondito timore che quel confessore gli ripetesse la scenata: “Invece, appena mi inginocchiai, il Padre cambiò voce e tatto: divenne dolce e paterno. Anzi, sotto forma di domande, mi svelava via via ogni peccato della mia vita passata e di peccati ne avevo tanti! Io ascoltavo col capo chino la domanda e sempre rispondevo: “Sì”. Stupito e commosso, diventavo sempre più immobile. Alla fine Padre Pio mi chiese: “Hai nessun altro peccato da dire?”. “No” risposi, convinto che, avendomeli detti tutti lui, che mostrava di conoscere perfettamente la mia vita, io non avessi altro da confessare. “Non ti vergogni?” cominciò con imprevedibile durezza: “Quella giovane, che tu poco tempo fa hai lasciato partire per l’America, ha avuto un figlio. E quella creatura è sangue tuo. E tu, sciagurato, hai abbandonato madre e figlio.” Era tutto vero. Non risposi. Scoppiai in un pianto incontenibile. Non ne potevo più. Mentre, col volto nascosto fra le mani, piangevo, curvo, sull’inginocchiatoio, il Padre dolcemente mi poggiò il braccio sulle spalle e, avvicinandosi all’orecchio, mi sussurrò, singhiozzando: “Figlio mio, mi sei costato il meglio del mio sangue!”. A queste parole sentii il mio cuore come spaccarsi in due, come da una dolcissima lama. Piangevo, curvo e, a tratti, alzando il volto bagnato di lacrime, gli ripetevo: “Padre, perdono, perdono, perdono!”. Il Padre che aveva già il braccio sulla mia spalla, mi avvicinò di più a lui e cominciò a piangere con me. Una dolcissima pace pervase il mio spirito. D’un tratto sentii l’assurdo dolore mutarsi in incredibile gaudio. “Padre -gli disse- sono tuo! Fa’ di me quello che vuoi!” Ed egli, asciugandosi gli occhi, mi sussurrò: “Dammi una mano ad aiutare gli altri”. Poi aggiunse: “Salutami tua moglie!”. Tornai a casa, mia moglie era guarita.

sabato 5 gennaio 2008

TRADIZIONALISTI CATOLICI CONTRO IL SUPERBLASFEMO MONTOYA

Precisiamo che articoli, recensioni, comunicazioni, eventi, appuntamenti... e quant'altro vengono da noi pubblicati non in base ad una adesione ideologica o morale, ma solo se ce ne viene fatta esplicita richiesta (anche con una semplice comunicazione fatta alla nostra Redazione a scopo di pubblicazione), pur rimanendo noi liberi di soddisfare o meno i desiderata.


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Dalla Spagna

Catalogo montoya*
di Michele

Fonte: El Mundo, 13-03-07

* Volutamente scriviamo montoya in minuscolo, per esprimere il nostro disprezzo e la sua nullità
I musulmani, per molto meno, per un'offesa (vera o presunta che sia) non ad Allah, ma al loro Maometto, hanno decretato la pena di morte per l'autore dei versi satanici: per certi aspetti, non c'è che dire, c'è solo d'ammirarli: loro, la loro religione e i loro "santi" li rispettano e li fanno rispettare. Noi cristiani invece, non solo non rispettiamo e non facciamo rispettare il nostro Dio, la Madonna, i Santi, ma addirittura finanziamo con soldi di tasca nostra, col denaro pubblico, gli offensori e li premiamo dando loro cattedre universitarie, onori e soldoni! Siamo caduti veramente in basso!
Ma ci domandiamo e chiediamo: come si fa a chiamare artista un maniaco del sesso quale realmente è il montoya?Che cosa insegna in una Università spagnola un porco come il montoya? E non faccia l'offeso se lo chiamiamo porco, infatti ne abbiamo tutto il diritto dal momento che lui si è permesso di fare altrettanto col nostro Dio.
Povera Spagna! Poveri Spagnoli! Che Dio abbia pietà di loro.
Sappia poi quell'illustre sconosciuto del suo presentatore e grande ammiratore delle sue porcherie, quel tale Otto Mühl, che la Religione Cattolica non si ossessiona a negare il sesso, ma lo presenta nei suoi giusti limiti e lo santifica nel Sacramento del matrimonio. Il sesso comunque non può essere il mezzo e la comoda scusa per offendere il nostro Dio, la nostra Religione, l'Immacolata Vergine Maria, i nostri Santi: quel porco di montoya pensi piuttosto a sbrodolarsi e sguazzare nel limaccioso maleodorante e schifoso suo sesso (se ancora ne è capace) e lasci stare i Santi e l'Arte! Non si permetta ancora d'inzozzare la categoria degli Artisti (quelli veri, con la A maiuscola) chiamando arte le sue porcherie. Si ricordi che un porco, quale egli è, può fare solo porcherie!

Non sappiamo come funzionino le cose in Spagna, ma non riusciamo a capire come si possa permettere che dentro una chiesa, per giunta quella del Preziosissimo Sangue, un pittore porco possa esporre le sue porcherie che offendono vergognosamente, apertamente, sfacciatamente, nostro Signore Iddio, l'Immacolata Sua Madre, i nostri Santi! Ma il prete di quella chiesa, il Vescovo e i cattolici di quella diocesi dov'erano? Cosa hanno fatto per opporsi? Che provvedimenti, che iniziative hanno preso per difendere il loro Dio e la loro Religione? O pure loro appartengono al porcile del sesso e sono quindi di un'altra religione?

Scandalizza infine la protesta del vescovo Ciriaco Benavente fatta ''non tanto per il contenuto delle fotografie, ma per il luogo in cui si esponevano''!...
Perché, gli chiediamo, il contenuto lo considera accettabile? E poi è tutta qui la sua protesta? In pratica cos'altro ha fatto?

Infine, il porco, il vescovo, il parroco, i parrocchiani... e i politicastri ricordino che per ora "Povero Cristo in mano di Beppe", ma domani "Povero Beppe in mano di Cristo!" e così sarà, per tutta l'eternità!

La Redazione

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi
e quanto scritto nello spazio giallo sono generalmente della Redazione

É emersa in questi giorni una polemica per la pubblicazione avvenuta nel 2003 di un catalogo fotografico di un artista spagnolo JAM Montoya.


La giunta di Estamadura (PSOE alias socialisti) ha finanziato con denaro pubblico tale catalogo che include anche la serie dal titolo 'sanctorum' che ha per oggetto: «...la parafrasi, cioé la riutilizzazione di immagini religiose dell'iconografia classica, dotandole di un nuovo senso e intenzione chiaramente trasgressiva e ricercando un'inversione del suo significato piú profondo. Esalta la sessualitá come aspetto inerente all'essere umano indipendente da qualsiasi credenza o religione. Il sesso é la vita e questa é inscritta nella nostra natura, a prescindere dal fatto che la religione cattolica si ossessioni a negarlo.» (Otto Mühl)


Le immagini sono una dichiarata perversione e blasfemia.


Il fatto giá di per sé raccapricciante é aggravato da due ulteriori circostanze:


1) La esposizione 'sanctorum' é giá avvenuta nel 2003 (udite udite) in una galleria privata della Chiesa del Sangue Prezioso (Iglésia de la Preciosa Sangre de Coria-Cáceres) e suscitó le proteste dell'allora vescovo Ciriaco Benavente ''non tanto per il contenuto delle fotografie, ma per il luogo in cui si esponevano''.


2) Il PP (partito di destra) ha recuperato il catalogo per attaccare il consigliere alla cultura del PSOE Francisco Muñoz che si appresta a presentarsi come sindaco di Badajoz, giustificando il ritardo della denuncia (3 anni) sostenendo che ignoravano l'esistenza del catalogo che apparteneva ad una edizione di lusso di 22 €, ora introvabile. Sará vero o lo stanno usando per puro calcolo politico?


L'esito della vicenda é ovviamente l'offesa a Dio e ai cattolici. Da parte nostra, denunciato il fatto, recitiamo l'ennesima preghiera riparatrice.

Michele



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GLI ERRORI DEL PAPA TEDESCO

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Benedetto XVI. Il pontificato di uno pseudo restauratore
Breve antologia
di Little Jo

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature
e quanto scritto nello spazio giallo sono della Redazione

Nel corso della Messa per le esequie di Giovanni Paolo II, undici giorni prima di essere eletto papa, il cardinale Ratzinger ha dato la Comunione in mano al fratello Roger Shultz, di Taizé, ben sapendo che si trattava di un protestante. In diversi articoli in cui si è parlato dell’avvenimento si è fatto notare che non era la prima volta che il cardinale Ratzinger praticava l’intercomunione con dei non cattolici. (1)
(1) Per ora "Povero Cristo in mano di Beppe...", ma domani "Povero Beppe in mano di Cristo!"
(1) J. Vennari , “Pope Benedict XVI and Eucharistic Sacrilege”, in Catholic Family News, settembre 2005. Disponibile su internet: http://www.cfnews.org/RatzRoger.htm . L’autore dimostra anche che, contrariamente alle false notizie diffuse in precedenza, fratello Roger non s’era convertito al Cattolicesimo, ma è morto protestante. La cosa è stata confermata all’autore in occasione di due diverse conversazioni telefoniche con la comunità di Taizé, una prima ed una dopo la morte di fratello Roger.
Catholic Family News
Nel corso della stessa Messa, il cardinale Ratzinger ha parlato di Giovanni Paolo II come “affacciato alla finestra della casa del Padre”, intendendo con questo che Giovanni Paolo II si trovasse già in Paradiso, saltando d’un balzo il Purgatorio e presentando di fatto una sorta di canonizzazione istantanea. (2)
(2) Evidentemente Ratzinger gode d'informazioni televisive speciali...
(2) Omelia del cardinal Ratzinger durante la Messa esequiale per Giovanni Paolo II, Zenit, 8 aprile 2005

Nella sua prima omelia papale, Benedetto XVI ha dichiarato: “Anch’io, pertanto, nell’accingermi al servizio che è proprio del Successore di Pietro, voglio affermare con forza la decisa volontà di proseguire nell’impegno di attuazione del Concilio Vaticano II…”, e ha promesso di proseguire il dialogo ecumenico di cui il papa Giovanni Paolo II s’era fatto campione. (3)
(3) Quindi, niente restauratore! Non conservatore!
(3) Messaggio di Papa Benedetto XVI nella sua prima Messa con i Cardinali elettori, Zenit, 20 aprile 2005

Nel maggio del 2005, Papa Benedetto ha nominato l’arcivescovo liberale William Levada, Prefetto della Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede. Ora, non solo Levada è conosciuto per aver coperto dei preti omosessuali nelle diverse diocesi che ha occupato negli Stati Uniti, ma è uno dei prelati più ecumenici di questo paese. Fu il primo vescovo americano a visitare una sinagoga, dopo la prima visita in sinagoga fatta da Giovanni Paolo II nel 1986. Egli ha anche sostenuto, nella sua cattedrale, delle manifestazioni incentrate sullo “ spirito di Assisi ”, alle quali hanno partecipato Giudei, Musulmani, Buddisti, Indù e rappresentanti di altre sette. (4) Egli è anche l’arcivescovo che ha spiegato a padre Eugene Heidt che la Transustanziazione è “ una parola lunga e difficile ” e “ noi non impieghiamo più questo termine” (5). Con tutto ciò Levada è l’uomo accuratamente scelto da Papa Benedetto come presunto “cane da guardia della dottrina” della Chiesa nel mondo. Levada fu anche autorizzato a nominare il suo successore a San Francisco? Il vescovo George Niederauer, un personaggio che proprio recentemente ha fatto l’elogio del film omosessuale Brokeback Mountain.
(1) Se la Fede dovrà essere difesa da un tale campione, si salvi chi può...

(5) Alla prova dei fatti... appare appropriata la definizione di “cane da guardia della dottrina”

(4) “Ecumenical Archbishop Levada to Head Sacred Congregation for the Doctrine of the Faith”, J. Vennari, Catholic Family News, June, 2005. Disponibile su internet: http://www.cfnews.org/ LevadaCDF.htm. Si veda anche “New San FranciscoArchbishopThinksGayPropagandaFilmBrokebackMountain is ‘Very Powerful’ ”, Lifesite, February 13, 2005. Disponibile su internet: http://www.lifesite.net/Idn/2006/feb/06021306.html
(5) Si veda “Priest Where is Thy Mass? Mass Where is Thy Priest?” (Kansas City, Angelus, 2004), p. 64

Il 13 maggio 2005, Papa Benedetto ha accelerato la beatificazione del papa Giovanni Paolo II eliminando il tempo di attesa per l’inizio della causa, prudentemente fissato in cinque anni. Questo può solo servire a "canonizzare" la disastrosa politica pan-religiosa di Giovanni Paolo II: in tal modo la rivoluzione si appresta a canonizzare uno dei suoi.

Il 9 Giugno 2005 Benedetto XVI alla Delegazione del Comitato Ebraico Internazionale per le Consultazioni Interreligiose, afferma: “Il nostro incontro ha luogo in questo anno in cui ricorre il quarantesimo anniversario della Dichiarazione Nostra Aetate del Concilio Vaticano II, il cui insegnamento è stato, da allora, la base dei rapporti tra la Chiesa ed il popolo ebraico. Il Concilio ha affermato la convinzione della Chiesa che, nel mistero dell’elezione divina, gli albori della sua fede si trovano già in Abramo, in Mosè e nei profeti. Basandosi su questo patrimonio spirituale e sull’ insegnamento del Vangelo, ha rivolto un appello ad una maggiore comprensione reciproca e alla stima tra cristiani ed ebrei ed ha deplorato ogni manifestazione di odio, persecuzione o antisemitismo.
Sono convinto del fatto che il 'patrimonio spirituale' custodito dalla Chiesa e dal popolo ebraico sia in se stesso fonte di saggezza e di ispirazione capace di guidarci verso ‘un futuro di speranza’, secondo il piano divino (cf. Geremia 29:11).” (6)
E' importatnte e significativo che Ratzinger sottolinei come i rapporti tra Chiesa e popolo ebraico siano mutati a partire dal Vaticano II.
Il Papa, sembra poi ignorare il fatto che il Vangelo è il completamento naturale dell'Antico Testamento, il quale, senza il Nuovo, non ha ragione di esitere. Dunque il "patrimonio spirituale" costituito dall'Antico Testamento, ha ragione d'essere solo se completato dal Nuovo Testamento, cioè dal Vangelo rifiutato dal popolo ebreo.
(6) Evidentemente Ratzinger possiede un vangelo diverso dal nostro: su quale insegnamento si basa? potrebbe citarcene il passo?
Il popolo ebraico ha custodito il "patrimonio spirituale" di quel Gesù che ha crocifisso e che ancora oggi non riconosce come Messia?
"Secondo il piano divino", ma di quale Dio stiamo parlando?
" Voi avete per padre il diavolo, e volete soddisfare i desiderii del padre vostro"!
(Gv 8, 44)

(6) http://www.nostreradici.it/papa-jewish-discorso.htm

Il 17 agosto, nel corso dell’udienza generale, Papa Benedetto ha praticamente canonizzato il protestante fratello Roger, di Taizé, da poco assassinato, definendolo un "fedele servitore" del Signore che si trova adesso "nella mani della Bontà Eterna". (7)
(7) E la Giustizia Infinita di Dio che fine ha fatto? Allora non è vero il dogma che "fuori della Chiesa non c'è salvezza"?!!
(7) Parole di cordoglio del Papa per l’assassinio di Frère Roger Schutz, Zenit, 17 agosto 2005

Il 19 agosto Papa Benedetto si è recato in visita in una sinagoga di Colonia per intrattenere delle relazioni interreligiose, non per esortare i Giudei a convertirsi a Gesù Cristo. E questo mentre nella stessa Colonia convergevano un milione di giovani da tutto il mondo per la Giornata Mondiale della Gioventù (come valutare un tale scandalo prodotto ad un tale livello?).

Lo stesso giorno, nel corso di una riunione ecumenica, Papa Benedetto ha parlato dell’ecumenismo come di una buona cosa, il cui scopo non è il "ritorno" dei non cattolici all’unica vera Chiesa di Cristo, smentendo così l’infallibile dogma cattolico "fuori dalla Chiesa non v’è salvezza". (8)

(8) Papa Benedetto ha detto: “D’altra parte questa unità non significa quello che si potrebbe chiamare ecumenismo del ritorno: rinnegare cioè e rifiutare la propria storia di fede. Assolutamente no!” Incontro ecumenico nell’Arcivescovado di Colonia, il 19 agosto 2005. Disponibile su internet, nel sito del Vaticano: http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2005/august/documents/hf_ben-xvi_spe_20050819_ecumenical-meeting_it.html

Nell’ottobre del 2005, Papa Benedetto ha elogiato il padre Hans Urs von Balthasar, nel corso di una conferenza tenuta in onore di questo teologo liberale. (9) Ora, von Balthasar, in contraddizione con il chiaro insegnamento delle Scritture, insegnava che un cattolico può "sperare" che tutti gli uomini siano salvati. Di modo che il Papa ha lodato senza riserve l’uomo che di fatto fu uno dei più celebri teorici della salvezza universale.

(9)Messaggio di Sua Santità Benedetto XVI ai partecipanti al Convegno internazionale in occasione della celebrazione del centenario della nascita del teologo Hans Urs von Balthasar, 6 ottobre 2005.
Disponibile su internet, sul sito del Vaticano: http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/messages/pont-messages/2005/documents/hf_ben-xvi_mes_20051006_von-balthasar_it.html

Sotto Benedetto XVI si sta incominciando a " ri-studiare " la dottrina cattolica del Limbo, che verrà verosimilmente accantonata perché considerata un insegnamento sorpassato. Questa iniziativa, presa da una commissione di teologi dipendenti dalla Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, gode del pieno appoggio di Papa Benedetto. La cosa non ha niente di sorprendente: lo stesso cardinale Ratzinger aveva già dichiarato di non credere nel Limbo e di ritenere che tale dottrina dovesse essere "lasciata cadere". La notizia della creazione di una commissione papale sul Limbo ha scosso perfino i più conservatori tra i preti conciliari. (10)

(10) Si veda per esempio “Can Limbo Be Abolished?”, Father Brian Harrison, The Remnant, 31 Dicembre 2005. Su internet: http://www.remnantnewspaper.com/Archives/archive-2005-1215-limbo.htm

Il 29 novembre 2005, Papa Benedetto ha pubblicato un penoso documento sulla formazione nei Seminari, in cui si dice, per la prima volta nella storia della Chiesa, che coloro che si dànno ad una attività omosessuale devono essere “profondamente rispettati”; questo documento autorizza un omosessuale a diventare prete, posto che abbia rispettato il celibato per almeno tre anni. La cosa ha indotto un certo numero di cattolici conciliari a considerare Benedetto XVI un papa ancora più liberale di Giovanni XXIII, il quale, in un documento del 1961 vietava il sacerdozio agli omosessuali in forza delle loro "tendenze malvagie".

Il 16 Gennaio 2006 (11) il Papa ha inviato una lettera a Riccardo Di Segni, Rabbino Capo di Roma. I passaggi più scandalosi sono i seguenti:
"[...] Il popolo di Israele è stato liberato varie volte dalle mani dei nemici [...] Sempre la predilezione del Dio dell’Alleanza lo ha accompagnato, dandogli forza per superare le prove. Di questa amorevole attenzione divina può rendere testimonianza anche la vostra comunità ebraica, presente nella città di Roma da oltre duemila anni.
In Cristo noi partecipiamo della vostra stessa eredità dei Padri, per servire l’Onnipotente «sotto uno stesso giogo» (Sof 3,9), innestati sull’unico tronco santo (cfr Is 6,13; Rm 11,16) del Popolo di Dio. Ciò rende noi cristiani consapevoli che, insieme con voi, abbiamo la responsabilità di cooperare al bene di tutti i popoli, nella giustizia e nella pace, nella verità e nella libertà, nella santità e nell’amore. [...] L’Eterno vegli su di Lei e sull’intera comunità ebraica di Roma! [...] Shalom!"
Quindi, secondo il Papa, Israele è ancora il popolo eletto (se l'alleanza non è stata revocata....noi cristiani cosa siamo?). Sorprendente quando prega l'Eterno di vegliare sul popolo di Israele. Mi chiedo quale Dio prega, se il Dio Vero, Uno e Trino, o il FALSO DIO talmudico!
Da notare la chiusa della lettera "Shalom", non c'è che dire, proprio la firma di un Papa tradizionalista!
(1) Quindi Dio, nonostante gli avessero ucciso il suo unico Figlio e nonostante il CASTIGO profetizzato dal Figlio, ha continuato a prediligere gli ebrei, accompagnandosi a loro e dando loro la forza per superare le prove? Ma allora perché Gesù ha fondato la sua chiesa? non bastava quella degli ebrei? Perché istituire dei "fratelli minori"? Non bastavano i "maggiori"?
(11) http://www.zenit.org/italian/visualizza.php?sid=6807

Il 19 gennaio 2006 (12) Benedetto XVI ha ricevuto una delegazione ecumenica della Finlandia guidata dal "Vescovo" luterano di Espoo, Mikko Heikka, e dal Vescovo cattolico di Helsinki, Józef Wróbel.
In quell'occasione il Papa ha affermato: “Queste visite sono un’occasione [...] per approfondire l'«ecumenismo spirituale» che incoraggia i cristiani divisi ad apprezzare quanto già li unisce”
Inoltre, in quell'occasione, il Papa ha ricordato con piacere i risultati della Dichiarazione Comune sulla Giustificazione”, firmata il 31 ottobre 1999 ad Augsburg (Augusta, Germania). Questa dichiarazione permette di superare una delle ragioni teologiche che hanno dato origine allo scisma promosso da Martin Lutero.

(12) http://www.zenit.org/italian/visualizza.php?sid=6833

16 Marzo 2006 (13) - Il Papa chiede "il rispetto per Dio, per le religioni e i loro simboli, per i luoghi sacri e per i luoghi di culto" e chiede "un dialogo sincero" fra le religioni per "la pace nel mondo".
L'appello è stato fatto alla Delegazione dell'American Jewish Committee.
In quell'occasione Benedetto XVI ha pure affermato che "l'ebraismo, il cristianesimo e l'Islam credono in un solo Dio. [...] Le tre religioni monoteistiche sono chiamate a collaborare reciprocamente per il bene comune dell'umanità, contribuendo alla causa della giustizia e della pace nel mondo. [...]".
Gravissimo esempio di sincretismo religioso! Benedetto XVI, ancora una volta, si è rivelato più liberale di Giovanni XXIII!
(13) Come si vede, pare che il vero dio ora si chiami "umanità": vivere e operare per l'Umanità! Pare che BXVI abbia dimenticato che non c'è giustizia senza verità e che la pace, quella vera, non è quella del mondo, ma quella di Gesù Cristo, quella che solo N.S.G.C. ci può dare.
(13) Fonte: Apcom

Il 28 Maggio del 2006, durante la visita al campo di concentramento di Auschwitz, Benedetto XVI intona il Kaddish (14) la preghiera ebraica, che chiede a Dio (quale Dio?), pace e prosperità sul Popolo di Israele. In tal modo egli giustifica il sionismo, snaturando (se non annullando), la Redenzione di Nostro Signore Gesù Cristo.

(14) http://www.korazym.org/

Sempre il 28 Maggio del 2006 Benedetto XVI nel suo discorso al campo di concentramento ha affermato: «Dove era Dio in quei giorni? Perché Egli ha taciuto?[...]
I potentati del Terzo Reich volevano schiacciare il popolo ebraico nella sua totalità; eliminarlo dall'elenco dei popoli della terra. Allora le parole del Salmo: "Siamo messi a morte, stimati come pecore da macello" si verificarono in modo terribile. In fondo, quei criminali violenti, con l'annientamento di questo popolo, intendevano uccidere quel Dio che chiamò Abramo, che parlando sul Sinai stabilì i criteri orientativi dell'umanità che restano validi in eterno. Se questo popolo, semplicemente con la sua esistenza, costituisce una testimonianza di quel Dio che ha parlato all'uomo e lo prende in carico, allora quel Dio doveva finalmente essere morto e il dominio appartenere soltanto all’uomo – a loro stessi che si ritenevano i forti che avevano saputo impadronirsi del mondo.» (15)
"Perché Egli ha taciuto?”: è vergognoso che una frase del genere sia uscita proprio dalla bocca di un Papa!
E' altresì curioso dover constatare come Ratzinger, in modo improprio e arbitrario, applichi agli attuali ebrei le parole del Salmo 43 ("Siamo messi a morte, stimati come pecore da macello"). Nel suddetto Salmo, infatti, vengono elencate una serie di persecuzioni subite anticamente dagli ebrei, quando era ancora vigente l'Alleanza tra questo popolo e Dio (ed infatti, al versetto 18, il Salmo recita: "Tutto questo ci è accaduto e non ti avevamo dimenticato, non avevamo tradito la tua alleanza). Ma attualmente, tale Alleanza è stata rotta, tradita dallo stesso popolo ebreo, e Dio lo ha rigettato proprio per la sua infedeltà, stringendo una Nuova Alleanza con il “piccolo resto” di Israele fedele a Cristo, e con tutte le Genti pronte ad accogliere il Vangelo, e maledicendo il popolo ebreo, ingrato, per il quale ha profetato numerosi castighi.
Infine, se il popolo ebreo "costituisce una testimonianza di quel Dio che ha parlato all'uomo", gli apostoli cosa costituiscono?...
E non sa forse papa Ratzinger che il Dio degli ebrei non è il medesimo dei cristiani, i quali adorano l'unico vero Dio nella Trinità delle Persone, Trinità rigettata e rifiutata dal popolo ebreo?

(15) https://www.zenit.org/italian/visualizza.php?sid=8141

Il 14 Giugno 2006, durante l'udienza generale il Papa afferma che "Roma e Costantinopoli sono Chiese veramente sorelle", (16) pertanto contraddice in maniera palese gli insegnamenti di Santa Romana Chiesa che ha sempre insegnato che UNA è la Chiesa, perché UNO è il Suo Fondatore!

(16) AsiaNews del 14-06-2006

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LA TEOLOGIA ERETICA DEL PAPA POLACCO

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I Novissimi
secondo Giovanni Paolo II

Riportiamo un articolo pubblicato da Sodalitium nel n. 50 del 1999 alla rubrica "L'Osservatore Romano". È interessante anche per lo scalpore suscitato a suo tempo e dopo. Esso è anche alla base di una discussione che un certo M.O. ha avuto con il Padre X, sacerdote ex-lefebvriano al seguito di don Pietro Cantoni. Tale discussione la riportiamo in altro articolo.

O.R.. = L'Osservatore Romano, edizione italiana.
D.C. = La Documentation Catholique

Sottolineature, grassetti e colori sono generalmente nostri.


«In omnibus operibus tuis, memorare novissima tua, et in aeternum non peccabis» (Eccli, 7, 40): in tutte le opere tue ricordati della tua fine --delle cose ultime-- e non peccherai in eterno. Se il Catechismo di San Pio X elenca i quattro novissimi (Morte, Giudizio, Inferno e Paradiso --ai quali possiamo aggiungere il Purgatorio--) tra le «verità principali della fede cristiana», tutta la tradizione cattolica ha sempre posto la meditazione dei «novissimi», anche sulla scorta della citazione scritturale summenzionata, al posto principale della via purgativa nell'ascetica cristiana.
Il dilagare del peccato nei nostri tempi e la conseguente dannazione di innumerevoli anime, sono certamente attribuibili --anche-- alla pratica scomparsa della predicazione dei novissimi dovuta all'«ottimismo» del Concilio Vaticano II (cf ad esempio R. Amerio, Iota unum, Ricciardi, Milano- Napoli, 1985, pp. 581-590, per il caso dell'inferno).
Ha fatto scalpore, pertanto, questa estate, la predicazione di Giovanni Paolo II su questi temi, predicazione preceduta da un articolo della Civiltà Cattolica sull'Inferno.
Ritorno alla dottrina e alla ascetica tradizionale? Purtroppo la risposta, come vedremo, è negativa. Questa nostra conclusione si basa su di un attento esame dei tre discorsi tenuti da Giovanni Paolo II nel contesto della sua catechesi del mercoledì, durante l'udienza generale: quello sul Paradiso (O.R., 22/7/99, p. 4, che designeremo con "I"), quello sull'Inferno (O.R., 29/7/99, p. 4, che designeremo con "II") e quello sul Purgatorio (O.R., 5/8/99, p. 4, che designeremo con "III"). [...] Ci limiteremo ai punti che creano difficolta', seppure in maniera non uniforme, alla fede del cattolico.



















Terminologia e nuove definizioni. Un aldilà personalistico...

Come in ogni buon trattato, iniziamo dalle definizioni (nominali e reali). I termini classici e ormai consacrati da un lungo uso da parte del Magistero (se non della Sacra Scrittura) sono visti con diffidenza ed accettati solo tra virgolette: così, Giovanni Paolo II parla di «Cielo» e «beatitudine» (e mai di Paradiso), e di «purgatorio». Solo l'inferno, con la minuscola, non è virgolettato, ma è accostato al termine dannazione come a un suo sinonimo. Tutto ciò, come vedremo, non a caso. Se passiamo dal termine utilizzato alle definizioni, notiamo subito un cambiamento di prospettiva rispetto al concetto corrente di Paradiso, Inferno e Purgatorio.
[... ... ...]
L'inferno è sottrarsi «alla comunione gioiosa con Dio» (II, 1), «auto-esclusione dalla comunione con Dio e con i beati» (II, 3; Catechismo della Chiesa cattolica, n. 1033) e non la privazione della visione di Dio; e il purgatorio sarebbe una comunione imperfetta (come tra le «chiese» cristiane nel post-concilio!) con Dio, per coloro che «si trovano in una condizione di apertura a Dio, ma in un modo imperfetto» (III, 1) e non ancora la privazione --seppur temporanea-- della vista di Dio.
Da questo concetto personalista e soggettivista dell'aldilà, vengono immediatamente alcune conseguenze.



Dove sono il Paradiso, l'Inferno e il Purgatorio?
Da nessuna parte.

Paradiso, Inferno e Purgatorio esprimono, anche etimologicamente, l'idea di un luogo, e solo di conseguenza l'idea della condizione e dello stato di chi si trova in questi luoghi. In effetti, solo ciò che non esiste non è in un luogo. Dove c'è un corpo, c'è anche un luogo; e pure gli spiriti, come l'anima separata, gli angeli e Dio stesso, sono nel luogo dove agiscono (per cui Dio è «in cielo, in terra e in ogni luogo»). Siccome in Paradiso si trovano Nostro Signore Gesù Cristo e la SS.ma Vergine con il loro corpo (seppur glorificato), e siccome dopo la risurrezione della carne tutti risorgeremo con il proprio corpo, è impossibile negare che il Paradiso e l'Inferno (e analogicamente pure il Purgatorio [...]) siano un luogo, senza negare, seppur implicitamente, l'esistenza di beati e di dannati, inclusi Cristo e la Madonna.
Ora, è quello che fa Giovanni Paolo II. [...] Per quanto riguarda l'Inferno: «l'inferno sta ad indicare più che un luogo, la situazione in cui viene a trovarsi chi liberamente e definitivamente si allontana da Dio, sorgente di vita e di gioia» (II, 3). Per quanto riguarda il Purgatorio: «questo termine non indica un luogo, ma una condizione di vita» (III, 5). Evidentemente i Beati non si trovano tra le nubi del Paradiso della Lavazza o a portata dell'astronave di Gagarin, né i dannati si trovano nell'inferno di Renzo Arbore... Neppure si possono imporre come verità di fede le ipotesi degli scolastici, incluso San Tommaso, sul luogo del Paradiso e dell'Inferno. Ma ignorare con certezza la localizzazione non vuol dire negarla! Se ignoro dove si trova una persona, non posso certo dedurne che non si trova in alcun luogo... a meno di negare l'esistenza di questa persona, trasformata in un grumo di sensazioni e di esperienze di comunione o non-comunione con un Dio non-oggetto-di-conoscenza!
Eppure, sia la Sacra Scrittura, sia le definizioni della Chiesa, sia la dottrina dei teologi, parlano chiaramente di «luogo» a proposito del nostro soggetto. Giuda suicida è andato «al luogo suo» (Atti, 1, 25), i demoni pregarono Gesù «che non comandasse loro d'andare nell'abisso» (Lc, 8, 31) dove Dio li aveva precipitati dopo il primo peccato (2 Pt, 2, 4), il ricco epulone «sepolto nell'inferno» si trova in un «luogo di tormento» (Lc, 16, 22-28), al nome di Gesù si piegano le ginocchia «degli esseri celesti e dei terrestri e di quei sotto terra» (Phil, 2, 10). Per la Chiesa, è un luogo l'inferno («le anime invece di coloro che muoiono in peccato mortale o con il solo peccato originale, discendono subito all'inferno, per essere tuttavia punite con diverse pene e in diversi luoghi» Giovanni XXIII, D.B. 493a, DS 926), è un luogo il purgatorio (Innocenzo IV parla del «luogo di ...purificazione» D.B. 456, D.S. 838, e Trento parla a proposito del purgatorio di «anime ivi trattenute», D.B. 983, D.S. 1820, termine ripreso nella professione di fede tridentina) ed il Canone della Messa definisce il Cielo «luogo di refrigerio, di luce e di pace» [il termine stesso di «paradiso» (Lc, 23, 43) indica un luogo]. Per Suarez, la localizzazione dell'inferno è addirittura una dottrina di fede cattolica (D.T.C., voce Enfer, col. 101). L'errore di Giovanni Paolo II è opposto a quello del luterano Brentz: per lui l'inferno è dappertutto, per Karol Wojtyla non è da nessuna parte (cf D.T.C., cit., col. 90).































































L'inferno è una pena?

Sembrerebbe ozioso porsi questa domanda, ma commentando Giovanni Paolo II non lo è. Il proprio della pena, insegna S.Tommaso, è di essere «afflittiva, contraria alla volontà e inflitta per una colpa» (I-II, q. 46, a 6 ad 2).
Ora, Giovanni Paolo II scrive, a proposito dell'inferno:
«non si tratta di un castigo di Dio, inflitto dall'esterno...» (II, 1);
«è questo stato di definitiva auto-esclusione dalla comunione con Dio e con i beati che viene designata con la parola 'inferno' (N. 1033, del Catechismo della Chiesa cattolica)» (II, 3);
«la 'dannazione' non va perciò attribuita all'iniziativa di Dio, poiché nel suo amore misericordioso non può volere che la salvezza degli esseri da lui creati. La 'dannazione' consiste proprio nella definitiva lontananza da Dio liberamente scelta dall'uomo e confermata con la morte che sigilla per sempre quell'opzione. La sentenza di Dio ratifica questo stato» (II, 3).
Certo, non esiste una calviniana predestinazione alla dannazione prima della previsione dei meriti. Certo, Dio, giusto giudice, condanna solo chi lo merita per i propri peccati. Certo, colui che muore nel peccato mortale è incapace di godere della visione di Dio poiché privo della grazia santificante (argomento che Giovanni Paolo II passa interamente sotto silenzio), né può amare Dio poiché il peccato lo fa suo nemico. Tuttavia, Dio (e Cristo) non è più giudice qual è, se non pronuncia una condanna e se non la esegue con un castigo che venga dall'esterno, come d'altra parte afferma chiaramente Gesù nel Vangelo: «andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, che è preparato per il diavolo e i suoi angeli» (Mt, 25, 41).
Non si auto-esclude l'uomo entrato nella sala del banchetto senza veste nuziale, ma viene cacciato fuori dal Re: «legategli le mani e i piedi e gettatelo fuori nel buio, ivi sarà il pianto e lo stridor di denti» (Mt, 22, 13); come
similmente il servo inutile della parabola dei talenti (Mt, 25, 30).
Non si auto-escludono le vergini stolte, anzi, bussano alla porta dicendo: «Signore, Signore, aprici!», ma lo Sposo risponderà: «non vi conosco» (Mt, 25, 12).
Non si auto-squarta il servo infedele: è il padrone che torna all'improvviso che «lo farà squartare e gli assegnerà la sorte degli ipocriti; ivi sarà pianto e stridor di denti» (Mt, 24, 51). Dio, che secondo Giovanni Paolo II non castiga, secondo Gesù deve essere temuto, poiché «dopo aver ucciso, ha il potere di gettarvi nella Geenna» (Lc, 12, 5).
A che serve continuare, tanto è evidente quanto vogliamo dimostrare? Anche nella giustizia umana, il criminale si condanna in un certo senso da sé stesso col commettere il crimine, che lo rende degno di punizione; ma a questa punizione vorrebbe sfuggire se lo potesse (tranne il caso di vero pentimento, da escludersi nei dannati, perche' la morte ha fissato la loro volonta' nello stato in cui si trovavano in quel momento), e la pena gli è giustamente inflitta dal giudice, e non auto-inflitta.
Per i motivi esposti sopra, però, si potrebbe a rigore intendere rettamente quanto sostenuto da Giovanni Paolo II se non esistesse che una pena del danno: la perdita di Dio, poiché questa perdita nel dannato è in effetti «l'ultima conseguenza dello stesso peccato, che si ritorce contro chi lo ha commesso» (II, 1). Ma questa posizione è indifendibile per quel che riguarda la pena del senso...



La pena del senso


Ma per Giovanni Paolo II esiste in inferno la pena del senso? ovvero una pena che venga dal di fuori del dannato e provocata da una causa sensibile per volere positivo di Dio? (cf S. Tommaso, 2, d. 37, q. 3, a. 1)
In tutto il discorso di Giovanni Paolo II non ve ne è il minimo accenno, anzi, se ne può trovare, volendo, l'implicita negazione: «non si tratta di un castigo di Dio inflitto dall'esterno» (II,)... Tutta la pena del dannato (pardon: la «completa frustrazione e vacuità», di cui in II, 3) gli viene dall'interno di se stesso, dalla sua insoddisfazione e infelicità per essersi chiuso all'amore (cf II, 3).
Eppure l'esistenza di una pena del senso distinta dalla pena del danno (o dannazione) è da credersi di fede divina (Cardinal Gasparri, Catechismo cattolico per adulti, questioni dibattute, VII) e anche di fede cattolica esplicitamente definita dalla Chiesa (Sacrae Theologiae Summae, de novissimis, n. 149, B.A.C., Madrid, 1951); negarne l'esistenza sarebbe una eresia vera e propria (cf Benedetto XII, D.B. 531, D.S. 1002; Conc. Lione II, D.B. 464, D.S. 858).
















«Nel fuoco eterno...». Giovanni Paolo II potrebbe essere assolto in confessionale?


Ecco un'altra domanda stravagante, se non provocatoria!
Eppure, non senza fondamento.
In effetti, il 30 aprile 1890, la Santa Sede (poiché la S. Penitenzeria è un organo della Santa Sede), interrogata se «si dovesse dare l'assoluzione ai penitenti che ammettono in Inferno solo un fuoco metaforico, e non un fuoco reale», rispose: «bisogna istruire con cura questi penitenti e, se si ostinano, non assolverli». (5)
Ora, Giovanni Paolo II insegna per l'appunto che questo fuoco, di cui parla incessantemente la Sacra Scrittura --e particolarmente il Vangelo-- deve essere inteso simbolicamente. «Per descrivere questa realtà [dell'inferno] la Sacra Scrittura si avvale di un linguaggio simbolico (...). Ricorrendo ad immagini, il Nuovo Testamento presenta il luogo destinato agli operatori di iniquità come una fornace ardente, dove è 'pianto e stridore di denti' (Mt 13, 42; cfr 25, 30.41), oppure come la Geenna 'dal fuoco inestinguibile' (Mc, 9, 43) (...). Le immagini con cui la Sacra Scrittura ci presenta l'inferno devono essere rettamente interpretate» (II, 2-3).
E quale ne è l'interpretazione 'autentica'? «Esse indicano la completa frustrazione e vacuità di una vita senza Dio» (ivi).
Quindi, per Giovanni Paolo II il fuoco infernale (che è la principale pena del senso indicata dalla Sacra Scrittura) è solo un'immagine e un simbolo della pena del 'danno', il che equivale --ancora una volta-- a negare di fatto ogni distinzione tra le due pene. Anzi: più che della pena del danno (privazione della visione di Dio), qui Giovanni Paolo II sembra parlare solo di un fallimento esistenziale da cura psicanalitica («completa frustrazione e vacuità di una vita senza Dio»), il che è senza dubbio un bell'esempio di linguaggio personalistico (ma poco teologico) (6).
Il Dictionnaire de Théologie Catholique (voce: Feu de l'Enfer) espone ampiamente la questione della realtà del fuoco dell'inferno nella Scrittura, nei Padri e nei teologi. La sua conclusione (coll. 217-219) è che la dottrina della realtà del fuoco dell'inferno è insegnata dal magistero ordinario universale in tal modo che non si tratta più di una questione libera. Negare questa realtà (trovandosi in compagnia di Origene e di Calvino) comporta almeno un peccato mortale di temerarietà (in quanto negazione della dottrina comune). Spingendosi oltre, il D.T.C. afferma che questa dottrina è teologicamente certa, anzi prossima della fede nonché definibile (cf anche Gasparri, Hugon, Lépicier, Billot, ecc.).




Ci sono dei dannati in Inferno?

Ma --e questa non è una novità nel pensiero di Karol Wojtyla-- egli si spinge oltre, e giunge a ipotizzare la possibilità che in definitiva nessun uomo sia dannato. «La dannazione rimane una reale possibilità, ma non ci è dato di conoscere, senza speciale rivelazione divina, se e quali esseri umani vi siano effettivamente coinvolti» (II, 4).
Sarebbe inutile cercare nei manuali di teologia pre-conciliari la refutazione di questo errore o eresia che dir si voglia, poiché nessuno era così folle da emettere un'ipotesi simile. La questione dibattuta era infatti quella sul relativamente piccolo o grande numero degli eletti rispetto a quello dei reprobi, ma nessuno, neppure gli autori più benigni e ottimisti, ipotizzava la soluzione estrema: la salvezza effettiva di tutti gli uomini. Una cosa, infatti, è dire che non possiamo sapere concretamente chi si è dannato senza una rivelazione speciale, come nel caso di Giuda (Atti, 1, 25; Jo 17, 12; Mt 26, 24; D.T.C., Enfer, col. 99), altra cosa è sostenere che (forse) nessuno si dannerà.
In Varcare la soglia della speranza (p. 201-202), Wojtyla spiega più diffusamente il suo pensiero: «In Cristo, Dio ha rivelato al mondo di volere (7) che 'tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità' (I Tim, 2, 4). Questa frase della Prima Lettera a Timoteo ha un'importanza fondamentale [da sola?] per la visione e l'annuncio delle cose ultime. Se Dio desidera così, se Dio per questa causa dona suo Figlio (..) può l'uomo essere dannato, può essere respinto da Dio?».
Già l'impostazione della domanda adombra la risposta negativa... Infatti: «da sempre il problema dell'inferno ha turbato i grandi pensatori della Chiesa, a partire dagli inizi, da Origene, sino ai nostri tempi, a Michail Bulgakov e Hans Urs von Balthasar».
Ma Bulgakov non è un eretico gnostico? Balthasar un esponente della «nuova teologia» condannata da Pio XII che sperava nella salvezza universale a causa delle 'visioni' di una donna per la quale lasciò la Compagnia di Gesù?
E Origene non fu condannato lui stesso?
«In verità --deve ammettere Wojtyla-- gli antichi concili avevano respinto la teoria della cosiddetta apocatàstasi finale, secondo la quale il mondo sarà rigenerato dopo la distruzione e ogni creatura sarà salva; una teoria che indirettamente aboliva l'inferno».
La Chiesa ha dunque parlato: l'Origenismo è condannato, i suoi turbamenti e quelli dei suoi epigoni sono eterodossi, la questione è chiusa!
E invece «il problema è rimasto. Può Dio, il quale ha tanto amato l'uomo, permettere che costui lo rifiuti così da dover essere condannato a perenni tormenti?»
Chiediamolo a Dio stesso!
In effetti, ammette Giovanni Paolo II, «le parole di Cristo sono univoche. In Matteo Egli parla chiaramente di coloro che andranno al supplizio eterno (cfr 25, 46)».
Quindi Giovanni Paolo II dovrebbe ora esplicitamente dire che qualcuno si danna!
Invece confonde nuovamente le carte: «Chi saranno è un costoro? La Chiesa non si è pronunciata in merito. Questo è un mistero, veramente inscrutabile, tra la santità di Dio e la coscienza dell'uomo. Il silenzio della Chiesa è, dunque, l'unica posizione opportuna del cristiano. Anche quando Gesù dice di Giuda, il traditore, 'sarebbe meglio per quell'uomo che non fosse mai nato!' (Mt 26, 24), la dichiarazione non può essere intesa con sicurezza nel senso dell'eterna dannazione», per cui i lettori concluderanno che se Giuda, il 'figlio della perdizione', non si è perduto, tanto meno ci perderemo noi.
Eppure, il Concilio di Quiercy ha definito: «Dio onnipotente 'vuole che tutti gli uomini' senza eccezione 'siano salvati' (1 Tim 2, 4); tuttavia non tutti vengono salvati» (D.S. 623; D.B. 318).
Questa speranza di salvezza universale
va contro al senso ovvio di tutto il Vangelo («le parole di Cristo sono univoche», ammette Giovanni Paolo II stesso),
non tiene conto di quanti muoiono col solo peccato originale,
va contro il dogma secondo il quale «fuori dalla Chiesa non c'è salvezza»,
va contro, infine l'evidenza dell'esperienza quotidiana per gli stessi cattolici, che vivono comunemente in peccato mortale.
E alla domanda degli apostoli «sono molti coloro che si salvano» Gesù non rispose loro che forse tutti si salvano, ma disse al contrario: «entrate nella porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla Vita, e quanti pochi sono quelli che la trovano» (Mt, 7, 13-14).


































Ecco chi sono i Grandi per Vojtyla: un Origene (già condannato dalla Chiesa proprio a motivo dell'Inferno), un Bulgakov (eretico gnostico) e un Balthasar (che è tutto un dire)!!!
Sant'Agostino? San Tommaso?.........
Carneade! chi sono costoro?








Chi va in Cielo, in Inferno, in Purgatorio?


Abbiamo visto che forse --per Karol Wojtyla-- tutti vanno in Paradiso e nessuno in Inferno. Ma qui vogliamo parlare del criterio di giudizio. Nella sua catechesi sul Cielo, ad esempio, Giovanni Paolo II non fa mai menzione della grazia e della necessità di morire in grazia di Dio. Le sue espressioni sono, ancora una volta, vaghe e «personalistiche»:
«coloro che hanno accolto Dio nella loro vita e si sono sinceramente aperti al suo amore almeno al momento della morte, potranno godere di quella pienezza di comunione con Dio, che costituisce il traguardo dell'esistenza umana» (I, 1).
Similmente per il Purgatorio, nessun accenno al peccato veniale o al peccato mortale perdonato ma non sufficientemente espiato;
vanno in Purgatorio «quanti si trovano in condizione di apertura a Dio, ma in un modo imperfetto» (III, 1).
In Inferno ci si va per un solo peccato mortale; Giovanni Paolo II menziona il peccato mortale solo in una citazione del Catechismo, ma visibilmente preferisce spiegare che può dannarsi colui che «respinge la misericordia del Padre anche nell'ultimo istante della sua vita» (I, 1). Ciò è senza dubbio vero, ma gli ascoltatori di Giovanni Paolo II --gli uomini moderni-- avevano certamente bisogno di farsi spiegare cosa significa esattamente respingere la misericordia del Padre o ostinarsi a «non aprisi al Vangelo» (I, 2). Chi dice di amar Dio ma muore in peccato, ha respinto la misericordia del Padre? Sarebbe opportuno precisare.



I Novissimi e la Sacra Scrittura


Esaminiamo ora brevemente l'interpretazione della Scrittura che dà Giovanni Paolo II. Abbiamo già visto come egli riduca a simbolo e immagine quanto Gesù dice del Cielo e dell'Inferno. Segnaliamo altri errori.
Egli esclude che la Rivelazione abbia chiaramente parlato dell'Inferno nell'Antico Testamento (cf II, 2). Se questo è vero per il Pentateuco, non è però esatto per i Profeti: Isaia, Ezechiele, Daniele (cf D.T.C., voce Enfer, coll. 35-36).
Quanto alla dottrina del Purgatorio, essa non sarebbe «enunciata in modo formale» nella Scrittura (III, 2), mentre il Concilio di Trento sostiene che «la Chiesa cattolica (...) in conformità alle Scritture (...) ha insegnato che il Purgatorio esiste» (D.S. 1820) ed è stato condannato Lutero per aver sostenuto che «il Purgatorio non può essere provato mediante la sacra Scrittura che si trova nel canone» (Leone X, D.S. 1487, D.B. 777).
Ma dei luoghi invocati dalla Chiesa in favore della dottrina del Purgatorio non viene citato né Mt 12, 32, né il libro dei Maccabei, ma solo 1 Cor, 3, 14-15. La dottrina del Purgatorio nel discorso che commentiamo è d'altronde ridotta all'osso. Non c'è traccia delle pene del Purgatorio, né di anime del Purgatorio. Nel Purgatorio ci si trova anzi «in cammino verso la piena beatitudine» (III, 1). Il Purgatorio sarebbe quindi una beatitudine semi-piena, più che un «inferno» transitorio.












Nequaquam moriemini (non morirete affatto)


Sono le parole del serpente tentatore per indurre Eva --che esitava a causa del timore del castigo divino-- al peccato: «no davvero che non ne morirete»! (Gn 3, 4).
Da allora, il demonio e i mondani si comportano così, rassicurando il peccatore (cf S. Ignazio, Esercizi spirituali, n. 314). «I mondani... per incorggiarsi a perseverare nella loro malizia senza scrupolo, gridano ogni giorno: 'Vita, vita! Pace, pace! Gioia, gioia!... Dio è buono. Dio non ci ha creato per dannarci; Dio non proibisce di divertirsi; non saremo dannati per quello; via gli scrupoli! Non moriemini [non morirete], ecc.» (S. Luigi Maria Grignon de Montfort, Lettera circolare agli amici della croce, n. 10).
Pio XII insegna che «la predicazione delle prime verità della fede e dei novissimi non solo non ha perso nulla della sua opportunità anche ai nostri giorni ma è diventata persino più che mai necessaria e urgente. Anche la predicazione sull'inferno. Senza dubbio, bisogna trattare questo soggetto con dignità e saggezza. Ma quanto alla sostanza di questa verità, la Chiesa ha, davanti a Dio e davanti agli uomini, il sacro dovere di annunciarla, di insegnarla senza alcuna attenuazione, quale Cristo l'ha rivelata, e non c'è alcuna circostanza di tempo che possa diminuire il rigore di questo obbligo. Esso obbliga in coscienza ogni sacerdote al quale, nel ministero ordinario o straordinario, è stata affidata la cura di istruire, avvertire e guidare il fedeli. È vero che il desiderio del Cielo è un motivo in se stesso più perfetto del timore delle pene eterne; ma non ne segue che per tutti gli uomini sia anche il più efficace per trattenerli lontano dal peccato e per convertirli a Dio» (10). Giovanni Paolo II ha predicato i fini ultimi e l'inferno «senza alcuna attenuazione»? Giovanni Paolo II coltiva la speranza che tutti effettivamente si salvino, e che persino Giuda si sia salvato. Al contrario, Sant'Alfonso de' Liguori, dottore della Chiesa, predicava al popolo: «Tutti vanno in Paradiso? Oh, quanti pochi ci vanno!»(11).
Il Vaticano II si è presentato come un Concilio pastorale, particolarmente attento, cioè, ai bisogni concreti delle anime.
Karol Wojtyla stesso ha ammesso, con Vittorio Messori, l'efficacia pastorale della 'vecchia' predicazione dei novissimi: «quante persone furono indotte alla conversione e alla confessione da queste prediche e riflessioni sulle cose ultime! (...) Si può dire che tali prediche, perfettamente corrispondenti al contenuto della Rivelazione nell'Antico e nel Nuovo Testamento, penetravano profondamente nel mondo intimo dell'uomo. Scuotevano la sua coscienza, lo gettavano in ginocchio, lo conducevano alla grata del confessionale, avevano una loro profonda azione salvifica» (Varcare le soglie della speranza, pp. 197-198). Si tratta di un elogio, certo, ma di un elogio funebre: il Concilio ha inaugurato un «mutamento della prospettiva escatologica» (p. 200, cf pp. 198-200).
Si tratta non solo di un mutamento dottrinalmente errato --lo abbiamo visto-- ma anche pastoralmente dannoso. La nuova predicazione dei fini ultimi
svapora il Paradiso,
rende il Purgatorio un Paradiso incompleto (e nel suo discorso Giovanni Paolo II non ha invitato a suffragare le anime purganti, se non vaghissimamente al n. 6) e
l'Inferno uno stato d'animo di tristezza senza alcun uomo che lo sperimenti.
Il neo-origenismo di Karol Wojtyla si inserisce nel solco di quegli eretici del passato, auto-denominatisi «misericordiosi», che volevano indirettamente abolire l'inferno e le sue sofferenze. Ma quale «misericordia» più crudele e ingiusta di quella che lascia i peccatori dormire sonni tranquilli, senza avvertirli dell'imminente castigo di Dio? Poiché «ormai la scure è già posta alla radice degli alberi; ogni albero dunque che non dà buon frutto sarà tagliato e gettato nel fuoco» (Mt, 4, 10).
























































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LE ERESIE DEL PAPA POLACCO

Precisiamo che articoli, recensioni, comunicazioni, eventi, appuntamenti... e quant'altro vengono da noi pubblicati non in base ad una adesione ideologica o morale, ma solo se ce ne viene fatta esplicita richiesta (anche con una semplice comunicazione fatta alla nostra Redazione a scopo di pubblicazione), pur rimanendo noi liberi di soddisfare o meno i desiderata.


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IL LIBRO ERETICO DEL SACERDOTE
KAROL WOJTYLA

del Sac. Dott. Luigi Villa

Fonte: Karol Wojtyla...Santo?
del Sac. Dott. Luigi Villa,
Editrice Civiltà, Brescia 2006

A leggere sì gravi eresie l'indignazione è tanta, che pensieri e parole si affollano con tale impeto, che preferiamo non scriverne alcuna, per evitare di scontentare o, peggio, dimenticare le altre. Non facciamo quindi alcun commento, ma in premessa poniamo a SS Benedetto XVI una domanda soltanto: come può essere santo un simile propagatore di eresie, mai smentite, mai rinnegate?!

La Redazione

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi
e quanto scritto nello spazio giallo sono generalmente della Redazione

L' Avv. Salvatore Macca,
Presidente emerito della Corte d'Appello di Brescia, Presidente on. Aggiunto della Corte di Cassazione, Cavaliere di Gran Croce,
riferendosi alla proposta di beatificazione di Giovanni Paolo II, al secolo Karol Wojtyla, avanzata dal neo-Papa Joseph Ratzinger, ha espresso il suo motivato parere negativo (pubblicato alle pagine 8 e 9 di "Chiesa viva", giugno 2005) con uno sconcertante documento, costituito da 13 "tesi", estratte da 37 complessive, contenute in un libro dal titolo, in polacco, "Osoba i Czscin", scritto proprio da Karol Wojtyla quando era un giovane sacerdote.


Il prof. Manfred Erren della Germania fu il primo che scoprì il libro intitolato "Person und Tat" (= "Persona e azione") del giovane sacerdote (1) Karol Wojtyla, nella sua traduzione tedesca di Herbert Springer, e pubblicato da "Verlag Herder", Hermann Herderstr, 4D 7800, Freiberg in Breisgau, 1981.
L'originale, in polacco, "Osoba i czyn" era stato pubblicato agli inizi del 1969, da D. Reidei Publishing Company Dordrecht, Olanda (2). Queste informazioni si riscontrano in "Sodalitas", n. 43 March 1989, pubblicato dal Dr. W. Baisier, a Plantinkaai, 2 Anvers (Anversa), Belgio.
Le seguenti frasi sono alcune delle 37 "tesi" estratte da Hermann Humpert dal libro di don Wojtyla



(1) Nel "documento" in possesso di don Villa, sta scritto: "del giovane sacerdote Karol Wojtyla", ma l'estensore non poteva ignorare che, nel 1969, Wojtyla era stato eletto Cardinale due anni prima; quindi, il testo del suo libro poteva risalire ai suoi primi anni di sacerdozio e pubblicato poi più tardi.
(2) Queste informazioni si riscontrano in "Sodalitas", n. 43 March 1989, pubblicato dal Dr. W. Baisier, a Plantinkani, 2 Anvers (Anversa), Belgio.


1
Tesi n° 15
Dio non è un essere storico che collabora con l'uomo, e l'uomo non collabora con Dio, ma agisce solamente in collaborazione con altri uomini. La religione non trae la sua origine dalla rivelazione divina, ma è semplicemente frutto della immaginazione umana. La religione cattolica non differisce dagli altri culti.


2
Tesi n° 16
La rivelazione divina è impossibile da dimostrare.


3
Tesi n° 17
II solo reale significato del Nuovo Testamento si trova nelle spiegazioni di carattere filosofico.


4
Tesi n° 18
Ciascun mistero divino è da considerarsi come variazione o sfumatura di un sistema di puro pensiero. Il cristianesimo dogmatico tradizionale è uno di tali sistemi erronei.


5
Tesi n° 21
Una comunità puramente umana, solidale e universale; questa è la vera chiesa cristiana secondo il significato del Vangelo, inteso in una maniera nuova, del tutto contraria alla chiesa totalitaria esistente.


6
Tesi n° 22
Sono i princìpi, quali "il dialogo" e "il prossimo", che conducono alla salvezza del cristianesimo, non la rivelazione della creazione, la redenzione o il giudizio universale.


7
Tesi n° 24
La salvezza -l'autorealizzazione dell'umanità- non ha natura eterna. Non porterà all'uomo mortale nessuna resurrezione della carne. L'ingenua speranza di una vita eterna -come la credenza nell'assunzione e il ritorno del Signore nel Suo corpo- non devono essere concepiti altro che simbolicamente.


8
Tesi n° 25
Nell'altro mondo, dopo la morte, non saremo ricompensati per le nostre buone azioni, e nemmeno puniti per i nostri peccati.


9
Tesi n° 27
Moriranno anche coloro che vedranno realizzato un mondo completamente umanizzato, e, in questa maniera, si compirà la loro salvezza.


10
Tesi n° 28
Come può l'uomo crearsi l'anima con tanta facilità? Perché egli non la crea dal nulla, ma dalla materia esistente: l'anima animale, evoluta filogeneticamente, che egli ha ricevuto dai suoi genitori, dai suoi avi e dalle scimmie, e che egli deve solo migliorare.


11
Tesi n° 32
Non c'è motivo di preoccuparsi per le anime dei bambini abortiti. Esse sono salve in quanto IL PECCATO ORIGINALE NON ESISTE.


12
Tesi n° 33
Non c'è motivo di battezzare o di usare altre forme tradizionali di incorporazione di non cristiani o non credenti, e nemmeno di convertire i seguaci di altre religioni.


13
Tesi n° 35
L'uomo è il Dio visibile. Vedere l'uomo è vedere Dio.


***

Ecco, un vero ritratto di Giovanni Paolo II, qui, dipinto da lui stesso. Da "Regurum Dei" (3) del gennaio 1990. Direttore: Padre Jan Sie-radgare, 145 Margueretta St., Toronto, Canada.


NB: questo sunto del libro di Wojtyla è apparso su un foglio cattolicostatunitense: "To Jesus Through Mary", in data 25 marzo 1991, e spedito, da Cincinnati, il 10 giugno 1991. Ricevuto a Roma da chi lo ha tradotto, il 20 giugno 1991.


(3) Nel "documento" in possesso di Don Villa è scritto: "Regurum Dei". È forse un errore tipografico per "Regnum Dei"



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IL PAPA POLACCO SINCRETISTA

Precisiamo che articoli, recensioni, comunicazioni, eventi, appuntamenti... e quant'altro vengono da noi pubblicati non in base ad una adesione ideologica o morale, ma solo se ce ne viene fatta esplicita richiesta (anche con una semplice comunicazione fatta alla nostra Redazione a scopo di pubblicazione), pur rimanendo noi liberi di soddisfare o meno i desiderata.


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Giovanni Paolo II e sincretismo religioso

di Little Jo

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi
e quanto scritto nello spazio giallo sono generalmente della Redazione
In 26 anni di dannoso pontificato Giovanni Paolo II non ha perso mai occasione per insegnare il sincretismo religioso, lo stesso già condannato in maniera infallibile dalla Chiesa. Di citazioni "sincretiste" se ne possono trovare in quantità industriale, soprattutto quando GPII parla con i suoi "fratelli" ebrei ("Maggiori") e musulmani ("Minori"?).
Spesso i modernisti, non sapendo come difendere il loro benamato GPII, se ne escono con la battuta che si tratta di frasette estrapolate e non contestualizzate… che non meritano risposta. Comodo no? Obiezione stupida la loro. Non penso che per fare una citazione dei Promessi Sposi, sia necessario riportare per intero tutto il romanzo manzoniano, ma, citata la fonte, chi vuole potrà verificare se la frase “estrapolata” corrisponde al senso di tutto il testo-fonte. La medesima cosa vale per un'enciclica o discorso papale.
Casualmente mi sono imbattuto in un sito "modernista" nel quale è stata riportata per intero una conferenza tenuta da Lucio Brunelli, giornalista di Rai Due, il cui titolo era "Il dialogo fra Cristianesimo e Islam nel pontificato di Giovanni Paolo II”. Cito le parti che mi sono sembrate più importanti, nelle quali maggiormente si evidenzia come quello che ha sempre "insegnato" Giovanni Paolo II è stato contrario al Magistero di Santa Romana Chiesa.

Ecco gli stralci della conferenza:


[...] Ne ricordiamo subito uno che ha avuto un'obiettiva valenza storica e un impatto davvero planetario. Fu compiuto proprio qui in Marocco, nell'agosto 1985. Su invito del re Hassan II, Giovanni Paolo II poté rivolgere un discorso alla gioventù musulmana nello Stadio di Casablanca in occasione dei Giochi panarabi. [...]
Il Papa poteva dedicare una dotta enciclica al tema del dialogo con l'islam.[...] Paragonabile a questo impatto c'è nel pontificato solo un'altra immagine: quella di Wojtyla che si toglie le scarpe, come ogni buon musulmano, e varca rispettoso la soglia della grande Moschea degli Omayadi a Damasco. E' il 6 maggio 2001. Possiamo rivedere il filmato…


Già questo stralcio dell'introduzione evidenzia che quelle che vengono presentate come "virtù" (dialogo e rispetto per le altre religioni), sono, in realtà, per un vero cattolico, offese a Dio, il quale ha comandato di andare e predicare il Suo Vangelo, non certo a dialogare con chi non vuole accettare la Verità.
Sconcertante, poi, l'atteggiamento sincretista. Un Papa che entra in Moschea e che addirittura si toglie le scarpe! Con questo suo gesto, quanti fedeli ha scandalizzato? Se financo il Papa entra in moschea con devozione e rispetto, significa che, in fondo, anche la religione musulmana è buona, è giusta... ECCO UN FRUTTO DEL PONTIFICATO DI GPII !!!


Giovanni Paolo II, in realtà, non inventa nulla di nuovo sul piano dottrinale. Si muove nel solco delle indicazioni del Concilio ecumenico Vaticano II. Nella Dichiarazione Nostra Aetate c'è tutto il programma del pontificato wojtyliano nei confronti del mondo musulmano. Vale la pena rileggere questo documento conciliare oggi un po' dimenticato : “La Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni… Guarda con stima i Musulmani che adorano l'unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini… Benché essi non riconoscano Gesù come Dio, lo venerano come profeta; essi onorano la sua Madre Vergine, Maria, e talvolta pure la invocano con devozione… Se, nel corso dei secoli, non pochi dissensi e inimicizie sono sorti tra cristiani e musulmani, il Sacrosanto Concilio esorta tutti a dimenticare il passato e ad esercitare sinceramente la mutua comprensione, nonché a difendere e promuovere insieme, per tutti gli uomini, la giustizia sociale, i valori morali, la pace e la libertà”.
Troveremo spesso nei discorsi pronunciati dal Papa le stesse identiche espressioni, gli stessi termini, usati dai Padri conciliari. Per Giovanni Paolo II la via del dialogo non è solo connaturale alla fede cristiana, che è fede in un Dio buono e misericordioso. Il dialogo tra le grandi religioni monoteiste è necessario al grande bene della pace


Il giornalista, giustamente, ricorda che tutto quello che ha fatto, Giovanni Paolo II non se lo è inventato di sana pianta, ma è la conseguenza della "dottrina" del Concilio Vaticano II, che con il documento Nostra Aetate rappresenta il manifesto del sincretismo religioso.
Da riflettere sulle BESTEMMIE scritte nella Nostra Aetate, come l'affermazione che Musulmani e Cristiani adorano l'unico DIO!!! Ma se il Dio dei Cristiani è Trino, come può essere lo stesso dei mussulmani?
E poi che significa quel "benché non riconoscano....."! La Verità è UNA, le concessioni le lasciamo ai politici, con la Verità non ci si mette d'accordo. Basta negare una sola verità per essere fuori dalla Chiesa e con un biglietto di sola andata per l'inferno!


Nell'Esortazione apostolica Ecclesia in Europa, pubblicata quest'anno, [Giovanni Paolo II] scrive: “È peraltro comprensibile che la Chiesa, mentre chiede che le istituzioni europee abbiano a promuovere la libertà religiosa in Europa, abbia pure a ribadire che la reciprocità nel garantire la libertà religiosa sia osservata anche in Paesi di diversa tradizione religiosa, nei quali i cristiani sono minoranza. In questo ambito, si comprende la sorpresa e il sentimento di frustrazione dei cristiani che accolgono, per esempio in Europa, dei credenti di altre religioni dando loro la possibilità di esercitare il loro culto, e che si vedono interdire l'esercizio del culto cristiano nei Paesi in cui questi credenti maggioritari hanno fatto della loro religione l'unica ammessa e promossa”.


Il Papa chiede la libertà religiosa per tutti i popoli, mentre la Chiesa ha sempre insegnato che la libertà religiosa vale solo per l’unica vera religione (dell’unico vero Dio): un solo Dio, una sola Religione. Quindi (se lo crediamo, se abbiamo Fede) la libertà religiosa vale solo per noi cattolici, non certo per i mussulmani o altre sette, i quali non hanno nessun diritto - in FORO ESTERNO - di professare il proprio culto.
Si vede bene che GPII agisce in modo diametralmente opposto alla verità già chiaramente proclamata da S. Madre Chiesa, che nel Sillabo di Pio IX (lui sì veramente Santo!) ha condannato infallibilmente le seguenti espressioni:
LXXVIII. Lodevolmente in alcuni paesi cattolici si è stabilito per legge che a coloro i quali vi si recano, sia lecito avere pubblico esercizio del culto proprio di ciascuno.
LXXIX. È assolutamente falso che la libertà civile di qualsivoglia culto, e similmente l'ampia facoltà a tutti concessa di manifestare qualunque opinione e qualsiasi pensiero palesemente ed in pubblico, conduca a corrompere più facilmente i costumi e gli animi dei popoli, e a diffondere la peste dell'indifferentismo.


Il primo viaggio di Giovanni Paolo II in un paese a maggioranza musulmana è in Turchia, nel novembre 1979. Lo scopo primario del pellegrinaggio è l'abbraccio di pace con il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, ma il nuovo Papa inserisce nel programma della visita anche un incontro con i dignitari musulmani. Sarà una costante in molti dei suoi oltre 100 viaggi fuori dell'Italia. Wojtyla scandalizza qualche cattolico duro e puro quando, nel 1981, a Davao, roccaforte islamica delle Filippine, chiama ‘fratelli' i seguaci di Allah e del profeta Maometto. “Io - dice - deliberatamente mi rivolgo a voi come fratelli; e certamente lo siamo, in quanto membri della stessa famiglia umana… Ma siamo specialmente fratelli nel Dio che ci ha creati e al quale cerchiamo di accostarci, ognuno secondo le proprie vie, attraverso la fede, la preghiera, il culto; attraverso la fedeltà alla sua legge e la sottomissione ai suoi disegni


GPII definisce "fratelli" i mussulmani. Se sono fratelli nostri, significa che abbiamo lo stesso Dio e se abbiamo lo stesso Dio significa che i mussulmani e i cristiani possono indifferentemente salvarsi... ennesimo sproloquio sincretista!
Vediamo invece cosa insegna il Catechismo di San Pio X
Che cos'è il Battesimo?
Il Battesimo è il Sacramento che ci fa Cristiani, cioè seguaci di Gesù Cristo, figli di Dio e membri della Chiesa

Quindi SOLO i battezzati sono FIGLI di Dio, tutti gli altri sono CREATURE di Dio....


[...] insiste nel chiamare ‘fratelli' i seguaci di Maometto, un appellativo che avrebbe fatto sobbalzare sul loro trono quasi tutti i predecessori di Wojtyla: “Tutti noi, cristiani e musulmani, viviamo sotto il sole di un unico Dio misericordioso. Crediamo tutti in un solo Dio creatore dell'uomo... In questo senso possiamo dunque chiamarci gli uni e gli altri fratelli e sorelle nella fede in un solo Dio"



Grazie, Brunelli! Allora non sono solo i tradizionalisti a dire che la Chiesa dal Concilio Vaticano II è cambiata, sono pure i modernisti ad affermarlo, alla faccia di tutti coloro che si ostinano ad affermare che nulla è cambiato dal Concilio in qua.
Da notare, ancora una volta la perla sincretista regalataci dal "Magno"...


Nel discorso che Giovanni Paolo II pronuncia a Casablanca il 19 agosto 1985. C'è grande attesa per le sue parole. Re Hassan II lo presenta come “educatore e difensore di valori comuni all'Islam e al cristianesimo”. Wojtyla scandendo bene le parole, con una voce forte e non ancora intaccata dai malanni e dall'età, tocca l'argomento più spinoso. “Noi cristiani e musulmani abbiamo avuto quasi sempre delle incomprensioni reciproche e qualche volta, nel passato, ci siamo trovati su posizioni opposte e abbiamo consumato le nostre energie in polemiche e in guerre. Io credo che Dio ci chiama, oggi, a cambiare le nostre antiche abitudini. Dobbiamo rispettarci. E dobbiamo anche stimolarci reciprocamente nel compiere opere di bene sul cammino indicato da Dio… In un mondo che desidera l'unità e la pace, e che sperimenta tuttavia mille tensioni e conflitti, i credenti dovranno favorire l'amicizia e l'unione tra gli uomini e i popoli”.



Ma a quale Dio si riferisce?????... Ennesimo esempio di sincretismo religioso.
Per concludere, ecco cosa ha scritto Gregorio XVI:
«Da questa sorgente corrottissima dell'indifferentismo nasce questa assurda e erronea sentenza, o per meglio dire, delirio, per cui si deve affermare e rivendicare a ciascuno l'assoluta libertà di coscienza… con verità Noi diciamo che è aperto il pozzo dell'abisso dal quale san Giovanni ha visto uscire il fumo che ha oscurato il sole ed i vermi che invaderanno la distesa della terra.»

Tutta la conferenza può essere letta al seguente indirizzo:
http://www.korazym.org/news1.asp?Id=4102

Penso che non ci siano altri commenti da fare. Chi veramente ha la voglia di aprire gli occhi, potrà rendersi conto che tutto ciò che oggi viene insegnato è contrario alla dottrina e agli insegnamenti di Gesù Cristo. Chi non lo vuole fare e vuole ostinarsi a stare nella sua "gabbia dorata", facendo finta di non vedere la perdita della Fede cui ha portato questa protestantizzazione della religione cattolica, amen, ma ne risponderà a Dio.

Little Jo



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